Comitato cantonale del 12 giugno 2014: il discorso di Saverio Lurati

È ancora possibile fare politica seriamente in questo cantone? La domanda non è retorica e nemmeno peregrina se proviamo brevemente a passare in rassegna le diverse uscite delle ultime settimane.
Di fronte a un consuntivo 2013 che accusa un deficit di oltre 177 milioni di franchi e a un aggiornamento intermedio del preventivo 2014 che prospetta un ulteriore peggioramento della situazione con un previsione di deficit a oltre 183 milioni di franchi le forze politiche che dovrebbero prendere in mano il timone della situazione la Lega perché maggioranza relativa in governo e il PLR poiché maggioranza relativa in Parlamento e aspirante alla prossima maggioranza in governocontinuano a parlare di sgravi fiscali come se niente stesse succedendo e di fumosi tagli alla spesa senza indicazione alcuna.
Va bene che ormai i due partiti sono da tempo in campagna elettorale: ma tenuto conto che assieme fanno la maggioranza del governo (3 su 5) e quasi la maggioranza del parlamento (44 su 90) sarebbe lecito attendersi che prendessero in mano il timone nell’intento di governare la situazione. Mentre invece di chinarsi sui problemi e di indicare soluzioni praticabili si affidano chi il PLR a san Rocco (nel senso che la presentazione dei candidati sembra il problema principale del Paese) e chi la Lega al foglio domenicale che regolarmente sconfessa le posizioni dei suoi rappresentanti in governo e nel municipio della città cantone come amano definirla.
Cosicché con regolare e sconcertante continuità risulta impossibile costruire un dialogo serio e costruttivo con una maggioranza solida e determinata atto a individuare le piste di lavoro capaci di determinare nel medio periodo un riequilibrio delle finanze. Riequilibrio possibile ne siamo convinti solo se la redistribuzione dei redditi nel nostro cantone sarà meno impari e se la politica di sostegno ai bassi redditi non verrà messa in serio pericolo da tagli lineari e da un troppo elevato indebitamento dello Stato.
Casa significa per il nostro cantone operare un salto di qualità nella redistribuzione primaria (salario diretto e salario differito) l’abbiamo predicato in lungo e in largo nella campagna sul salario minimo. Purtroppo senza successo anche perché il mondo economico e finanziario con una campagna intimidatoriaper non dire terroristica ha sparato alzo zero sulla proposta incutendo timori infondati nella popolazione e contemporaneamente sbandierando la necessità di operare in maniera partenariale con le organizzazioni dei lavoratori.
Salvo poi rimangiarsi la parola alla prima occasione oppure dichiararsi d’accordo solo se i salari definiti a tavolino (senza il coinvolgimento dei diretti interessati) continuano ad essere definibili come miserabili.
Senza un salto di qualità nei livelli salariali il nostro cantone non avrà nessuna possibilità di operare rientri sui sussidi erogati (voce di spesa in continua evoluzione) poiché con un differenziale del 20% inferiore alla media nazionale è impensabile operare tagli lineari sulla spesa sociale costantemente assediata dalla necessità di sopperire a redditi iniqui e inadeguati per un Paese come il nostro.
In parole povere se non imponiamo all’aconomia una ridistribuzionedelle ricchezze più omogenea lo Stato dovrà continuare a versare sotto forma di sussidi quella parte di salario che le aziende si rifiutano di corrispondere. E non ci sarà mai verso di arrivare ad una soluzione fintanto che l’unico elemento regolarmente cavalcato dalla destra sono gli sgravi fiscali a favore delle imprese e dei più ricchi.
Già perché questa sorta di ripartizione alla Robin Hood al contrario vedrà i magnanimi imprenditori e i ricconi spartire con i lavoratori e i meno abbienti quanto il fisco lascerebbe nelle loro tasche. Ma chi ci crede ancora!
Del resto senza andare molto lontano vediamo cosa sta succedendo nel modo finanziario e bancario in particolare. Dopo un’abbuffata con guadagni a 12 cifre ripartiti tra pochi manager conseguiti con colpevole ostinazione a scapito delle entrate fiscali di altri Paesi adesso siamo alla resa dei conti e fioccano multe pure a 12 cifre che però almeno nell’intenzione del modo bancario dovrebbero poter essere considerate come perdite e quindi detratte dagli utili e quindi ammortizzabili fiscalmente nei sette anni seguenti.
Cosicché chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato e non verserà più un centesimo di imposte nei prossimi anni. A questo punto si potrebbe inventare un’iniziativa per permettere la deduzione fiscale anche delle multe di circolazione e via di seguito così ne vedremmo delle belle.
Che dire poi del cospicuo aumento di posti lavoro alle nostre latitudini. Un aumento che non ha visto un corrispondente riscontro occupazionale di residenti e di giovani disoccupati poiché abbiamo (meglio hanno) permesso a tutta una serie di aziende a basso valore aggiunto di insediarsi sul nostro territorio continuando a corrispondere salari italiani assolutamente inaccettabili poiché inadeguati ai costi e alla realtà del nostro Paese.
Una situazione quest’ultima tragicomica poiché ci penalizza in maniera esponenziale anche sul piano della perequazione intercantonale. Infatti grazie al reddito conseguito dai frontalieri in continuo aumento sommato al reddito totale il nostro PIL è tale da alienarci i contributi perequativi nazionali. Anzi in qualche occasioni siamo pure stati contribuenti. Cosicché a fronte di cantoni come Berna che riceve 1.2 miliardi Vallese circa 400 milioni e Grigioni oltre 200 milioni cifre che risanerebbero in poco tempo i nostri bilanci noi siamo esclusi pur avendo messo a disposizione una parte importante del nostro pregiato territorio (autostrada e ferrovia) per tutta la collettività.
Ma tornando al capitolo insediamenti industriali e del terziario a basso valore aggiunto: chi li ha fatti venire quale tipo di politica promozionale è stata messa in atto quale impatto hanno veramente avuto gli interventi a favore dell’innovazione e dell’occupazione e per finire quale ruolo hanno giocato i comuni in tutto questo disastro insediativo.
Questi sono i problemi da affrontare tramite una discussione seria pacata e lungimirante che permetta al nostro cantone di avere una visione prospettica del futuro. Una visone politica capace di impedire a chi si attorciglia su se stesso e lavora con gli specchietti retrovisori di avere il sopravvento sulle forze dinamiche e aperte di cui ne siamo certi il nostro cantone è ancora ricco. Forze che a furia di premiare la politica urlata e le sceneggiate ad hoc hanno purtroppo scelto di restare nelle retrovie aprendo un varco in cui si sono prontamente inseriti incapaci e inetti che pensano di far politica a colpi di denigrazione senza possedere nessuna capacità propositiva degna di questo nome.
Eppure i due partiti che definiscono la maggioranza governativa e di fatto quella parlamentare hanno quale unica preoccupazione quella di scambiarsi un posto in Consiglio di Stato alle prossime elezioni. Ma quale alternativa! Continuità su tutta la linea del resto Lugano insegna.
Se vi fosse veramente una volontà politica di uscire dall’impasse invece di far fuori la ministra delle finanze l’ax partitone avrebbe dovuto intavolare quelle discussioni indispensabili con le altre forze politiche per delineare una linea di governo pianificata ed efficace in grado di pilotare il cantone fuori dalle sabbie mobili. E la Lega che si propone quale partito del cambiamento cosa ha fatto? Fallimento su tutta la linea basta guardare i progetti sortiti da Gobbi che fine hanno fatto! E poi chi si siede ancora al tavolo di discussione con un partito che in settimana sostiene una posizione e la domenica con regolare e disarmante sconcerto sostiene il suo contrario.
Ecco alla vigilia dell’astate questa è la situazione politica del nostro cantone. Una situazione che osiamo sperare i cittadini e le cittadine vogliano una volta per tutte sanzionare se si vuole realmente recuperare fiducia nella politica per dare speranza ai cittadini di domani ai nostri figli e ai nostri nipoti. Senza un segnale di maturità capace di spazzare via definitivamente le scorie lascate da un ventennio di leghismo (purtroppo presente in quasi tutti i partiti) questo nostro cantone è destinato a continuare a ritenersi l’ombelico del mondo con tutte le conseguenze del caso.
Sia ben chiaro noi non ci stiamo ed anche a costo di continuare a nuotare controcorrente non saremo mai disposti a cambiare il nostro ruolo continuamente rinnovatore di far politica nell’interesse di tutti i cittadini senza privilegiare né penalizzare nessuno nemmeno coloro che si beano (bontà loro) di dipingerci regolarmente con il segno del dollaro.

Saverio Lurati

12 giugno 2014

Beitrag teilen:

Facebook
Twitter
LinkedIn
Animation laden...Animation laden...Animation laden...

Newsfeed