Le entrate fiscali saranno destinate a «misure di protezione del clima socialmente giuste, in particolare nei settori dell’abitare, del lavoro e dei servizi pubblici», e servire alla riconversione ecologica dell’economia, anche nel campo della salute, della formazione e della ricerca: questi gli obiettivi dell’iniziativa “Per il Futuro”. Le ingenti risorse recuperate, investite nel territorio, costituirebbero una nuova e grande opportunità per il mondo del lavoro e per le aziende: a cominciare dall’edilizia, i cui costi per la riqualificazione energetica, grazie all’iniziativa, non ricadrebbero più sugli inquilini e le inquiline. A causa dell’aumento del riscaldamento previsto (+4,9 gradi a sud delle Alpi), il settore della salute dovrà essere potenziato. Senza nuovi decisi interventi a favore delle strutture e del personale, la crisi della cura non potrà che aggravarsi, anche in virtù dei rischi dovuti alle alte temperature per la salute dei lavoratori e delle lavoratrici e di una popolazione sempre più anziana.
È perciò evidente che, in un contesto in cui la gente comune non riesce più a sostenere i costi per la malattia, esigere un congruo contributo da chi inquina di più essendo ricchissimo (vedi rapporto Oxfam, ottobre 2025) è il minimo che si possa pretendere.
Per il nostro cantone, dove i salari sono bassi, il potere d’acquisto si contrae, i premi assicurativi per la salute sono insopportabili e le prime conseguenze del riscaldamento climatico già si sono fatte sentire e si preannunciano come sempre più gravi, si presenta l’occasione, votando ‘Sì’ all’Iniziativa per il Futuro – nell’ultimo sondaggio il 52% dei ticinesi si era dichiarato “favorevole o piuttosto favorevole” –, per lanciare, al di là dal risultato complessivo, un chiaro segnale di allarme alla politica nazionale e al governo federale.
Articolo di Yannick Demaria, granconsigliere GISO, apparso l’11 novembre 2025 su LaRegione