In Ticino, finiti i grandi lavori ferroviari, si chiedono a gran voce alla Confederazione importanti nuovi investimenti stradali e ferroviari, giustificandoli con il mantra della crescita infinita della mobilità di persone e merci attraverso il nostro Cantone.
L’economia ticinese storicamente dipendente dalle costruzioni federali cerca nuovi appalti che tra l’altro non sono poi così in calo, poche settimane fa un’impresa ha informato di un nuovo appalto da 153 milioni di €, sì, euro (sic) dal fondo stradale federale per “il più importante intervento di manutenzione in Ticino da 30 anni”: 6 km da Lamone a Gentilino.
Oltre ai grandi lavori di manutenzione sulla A2 in Ticino, abbiamo in cantiere anche potenziamenti, la seconda canna del Gottardo, il semisvincolo di Bellinzona, poi ci sarà quello di Sigirino, e si vorrebbe la corsia TIR da Mendrisio a Chiasso e il potenziamento Lugano-Mendrisio da 1,6 miliardi. Se aggiungiamo la nuova Axenstrasse, il Bypass di Lucerna, il secondo tunnel a Sciaffusa, quello di Basilea ma anche la proposta dello studio del corridoio del Gaggiolo verso l’Italia, stiamo realizzando un megacorridoio europeo da nord a sud del Paese con impatti problematici per lo stretto Ticino. Antipasto l’attuale chiusura del tunnel dell’Arlberg tra Vorarlberg e Tirolo: una nuova massa di auto dirette dalla Germania dell’ovest verso le mete turistiche dell’Adriatico, italiane, slovene e croate, ha aggiunto nuovo traffico di transito attraverso il Gottardo ma meno pernottamenti in Ticino.
La zappa sui piedi
Ci stiamo tirando la zappa sui piedi in nome della nostra vocazione di Via delle Genti che non ha più alcun rapporto con i traffici del 21esimo secolo.
A questi ingenti flussi di traffico europeo che stiamo attirando sulla A2, aggiungiamo la ferrovia, corridoio parallelo alla A2, che ha visto uno spettacolare potenziamento con Alptransit e trasporta ormai il 75% delle merci attraverso le Alpi svizzere ma crea anche nuovi assurdi traffici come i treni di rifiuti di Roma che ci attraversano per essere bruciati in Olanda grazie ai prezzi bassi (sussidiati) di Alptransit. Idem per la strada: per meno di 300 franchi concediamo a un camion da 40 t di percorrere i costosi 300 km di A2 Chiasso-Basilea con 55 km di gallerie e 10 km di ponti e viadotti.
Si vuole potenziare la ferrovia pretendendo di dover meglio servire il porto di Genova. Vero che l’Ue ha definito Alptransit corridoio europeo, ma da qui a sacrificarla per assurdi esagerati traffici merci e limitare l’uso dei binari ai treni passeggeri condannando il nostro Cantone definitivamente a corridoio merci europeo, ci vuole già una bella dose di masochismo.
Merci in decrescita ma…
Fortunatamente il traffico merci sia in Europa sia attraverso le Alpi svizzere non cresce più da molti anni, contrariamente agli scenari che i promotori di infrastrutture rincorrono. Sulla strada i camion in transito sono in diminuzione, rimangono ancora sopra i 650mila all’anno ma si tratta prevalentemente di trasporti interni o import export, il transito è stato trasferito ad alti livelli sulla ferrovia, in totale siamo a 28 milioni di tonnellate l’anno contro 10 su strada.
Ma si insiste sulla crescita, si parla di 50 milioni di tonnellate su ferrovia per il 2030 (sic) quando di nuovo il 1° semestre 2023 conferma il trend alla stagnazione del traffico merci contrapposto al forte aumento di quello passeggeri. Incoerente è pretendere il potenziamento dell’alta velocità ferroviaria in Ticino per far passare ancor più merci (?) e passeggeri, ma non opporsi minimamente al potenziamento del corridoio stradale. Bizzarra la recente richiesta di continuare subito la galleria da Vezia fino a Melide ad alta velocità visto che non sarebbe usata dai treni passeggeri che comunque si fermano a Lugano mentre per le merci meglio la Gronda Ovest.
Da Città Ticino, a Ponte tra Zurigo e Milano, a Città dei Laghi ci definiremo Città Corridoio Ticino! Evitiamo che il nostro Cantone con il 90% degli abitanti concentrati in un ristretto, rumoroso e disordinato fondovalle, subisca ulteriori crescite di transiti, a cielo aperto o in galleria poco importa.
Infrastrutture e trasporti più efficienti
Intanto le irrealistiche e in gran parte inutilizzate riservazioni di tracce per treni merci attraverso il Ticino (260 al giorno) impediscono già ora il necessario aumento dei treni passeggeri Intercity a Sud di Lugano e TILO nella galleria del Ceneri. Per sbloccare la situazione possiamo eliminare subito 2 tracce merci per ora non utilizzate e lasciar maggior spazio a Tilo e Ic. Mentre sul fronte stradale bisogna spingere in modo mirato il trasferimento su rotaia di merci import export e interni. Quindi senza aumenti di capacità stradale, non solo per rispetto del nostro territorio, ma anche per esigenze di protezione del clima che richiede meno sprechi e più efficienza nella produzione, nei trasporti e consumi di merci.
Articolo di Bruno Storni, apparso su La Regione il 12 agosto