Cassa malati: padella e brace?

Il costo della cassa malattia aumenta di anno in anno, ma non c’è da meravigliarsene, visto che la legislazione in vigore è tale per cui nessuno governa il sistema. Le casse malati puntano ad essere meno care delle concorrenti, ma la falsa concorrenza tra di esse avviene in un contesto di premi sempre al rialzo ed a loro interessa ben poco bloccarne l’aumento generalizzato. I Cantoni possono pianificare parte dell’offerta, quella ambulatoriale in maniera timidissima, e quindi hanno un margine d’azione ristretto. La Confederazione controlla i conti, ma anch’essa ha le mani legate da mille lacciuoli. Nessuno ha in mano la leva per tenere i costi sotto controllo, perché la politica ha fatto in modo che ciò non avvenisse, non tanto per una mancata volontà del Consiglio federale, ma per il continuo ostruzionismo in questa direzione delle Camere federali e delle loro maggioranze. Quando finalmente decideremo di istituire una cassa malati unica nazionale, arrivandoci purtroppo tardi, solo con la popolazione con l’acqua alla gola e avendo perso almeno 20 anni, avremmo compiuto un primo passo importante, anche se non ancora decisivo, dando un pilota a questo aeroplano senza controllo.

Ma pur di non arrivare lì, ribadendo in fondo la vecchia fiducia cieca nelle leggi del mercato che in questo ambito, come in diversi altri, non hanno mai funzionato, un’esponente di punta del maggior partito svizzero, l’UDC, ha di recente estratto dal cappello l’idea di tornare al passato, abolendo l’obbligo di assicurazione in vigore in Svizzera dal 1996 e in Ticino da prima ancora. Un ritorno indietro catastrofico, perché, con le tariffe attuali degli interventi medici anche non particolarmente complicati, il rischio finanziario per chi non si assicura è elevatissimo e nei Paesi dove la copertura obbligatoria non esiste, costringe chi non si assicura e si ammala ad indebitarsi in maniera non di rado insostenibile. Figuriamoci in caso di problemi di salute gravi, con operazioni o cure molto costose.

Un ritorno al passato che oltretutto si rivelerebbe una mazzata per la classe media. Infatti, per chi è abbiente pagare i premi di cassa malattia non è mai stato un problema, soprattutto in terra elvetica, dove essi sono uguali per tutti, ricchi e poveri.

Per certi versi il problema non è nemmeno così importante per chi ha pochi mezzi, perché in questi casi intervengono i famosi sussidi, a meno che i Cantoni non li taglino per esigenze di bilancio. E’ invece proprio chi non ha abbastanza per definirsi ricco ma ha abbastanza per non avere diritto ai sussidi che potrebbe essere tentato di non assicurarsi, qualora l’obbligo fosse abolito, mettendo a rischio la propria casa e il futuro di sé e della propria famiglia.

Questa idea pericolosa per affrontare un problema serio arriva dalla forza che secondo i sondaggi dovrebbe vincere le prossime elezioni federali: non avrà seguito, ma se questo è il nuovo che avanza…

Articolo di Manuele Bertoli apparso sul Corriere del Ticino l’11 settembre

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