CASSA MALATI, NEI PANNI DI QUELLE 2.700 PERSONE

Mettetevi nei panni di una delle 2.700 persone che mercoledì apprende che il Governo propone di ridurre i sussidi di cassa malati e che giovedì legge che il premio di cassa malati aumenterà in Ticino in media del 10,5%, passando a 472 franchi, ovvero 540 franchi all’anno in più. I prossimi mesi saranno durissimi per queste 2.700 persone, ma anche per migliaia di altre confrontate con una situazione sempre più insostenibile in un cantone con i salari più bassi della Svizzera. Quando poi leggerà sui giornali che il Consiglio degli Stati ha approvato una mozione UDC per aumentare la franchigia minima, penserà ad esempio ai propri genitori, che hanno bisogno di cure continue e dovranno pagare di più.

Sono tre facce di una stessa medaglia e quel che è più odioso è che in diversi commenti si arriva addirittura a colpevolizzare i pazienti, perché «si va troppo spesso dal medico» e si contribuisce a far crescere i costi. Un pensiero strisciante e insidioso, quando i veri mali sono altrove. Il sistema è complesso, certo, lo sappiamo, e proprio questa complessità e la somma di interessi in gioco fanno fallire ogni intervento. C’è sempre un motivo per mettere il freno. La cartella medica informatizzata non va bene perché non c’è sicurezza sulla protezione dei dati, l’iniziativa del PS per limitare al 10% del salario disponibile il carico dei premi di cassa malati non va bene perché non agisce sui costi (ma non è un caso che in Ticino sia stata approvata dal 57% dei votanti), non si riesce nemmeno a far sì che i medicinali vengano venduti secondo il bisogno della cura e non si debba ogni volta pagare l’intera confezione. E questo in un Paese in cui i prezzi dei medicinali sono alle stelle. Piccole e grandi misure che si scontrano con il muro dei veti incrociati, che sono in realtà interessi di bottega che vogliono conservare la fetta di potere, di controllo e di guadagno che ognuno trae dal sistema.

C’è una (magrissima) consolazione in questo fosco panorama: il Consiglio federale ha detto basta alle chiamate indesiderate delle casse malati, a quell’insistente serie di voci (incolpevoli, le voci, di solito pagate poco per un lavoro ingrato) che propongono una nuova modalità di assicurazione. Se ne riceverete, potrete rispondere tranquillamente: «Lasci stare, sto andando a firmare l’iniziativa del PS per una cassa malati unica, pubblica e con premi proporzionali al reddito e alla sostanza».

Articolo di Maurizio Canetta, apparso sul Corriere del Ticino il 2 ottobre 2024

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