Basta sgravi sui redditi più elevati

Il 27 settembre saremo chiamati ad esprimerci sull’iniziativa popolare federale fiscale che intende concedere un aumento delle deduzioni per le famiglie con figli, sgravi che passerebbero dagli attuali 6.500 franchi a 10.000 franchi.

Un’iniziativa che, nei titoli e apparentemente nelle intenzioni, sembra davvero a favore delle famiglie, ma che, nella realtà dei fatti, va purtroppo nella direzione diametralmente opposta. Perché? Semplicemente perché concretamente questo aumento delle deduzioni produrrà effetti positivi solo per i redditi alti, mentre i redditi medi e bassi avranno benefici ridicoli o addirittura nulli.

Vediamo allora le cifre in grado di dare concretezza a queste mie affermazioni, perché alla fine sono proprio le cifre a contare! Con la modifica proposta, una coppia con due figli e un reddito lordo di 500.000 franchi risparmierà 910 franchi all’anno di imposte federali. Al contrario una coppia, sempre con due figli ma con un reddito lordo di 110.000 franchi, non risparmierà nulla. A questo va aggiunto che già oggi oltre il 40% delle coppie con figli non paga l’Imposta federale diretta, il che si traduce nel costatare come queste famiglie non avranno alcun beneficio da questa riforma.

Saranno quindi di nuovo, nei fatti, quasi esclusivamente le famiglie con un reddito elevato, che oltretutto rappresentano solo il 6% di tutte le economie domestiche, a beneficiare di questa accresciuta deduzione per i figli. Né possiamo dimenticare che tale riforma costa parecchio, visto che le perdite di introiti prodotte da questo sgravio fiscale ammontano a 370 milioni di franchi, 370 milioni che mancheranno quindi nelle casse della Confederazione e dei Cantoni per attuare proprio quegli interventi necessari (asili nido, mense ecc., spesso accessibili con grande fatica finanziaria per le famiglie del ceto medio e basso) a favore soprattutto delle famiglie monoparentali, ma più in generale delle famiglie dei ceti medi e bassi, servizi di cui si ha più che mai bisogno nel periodo di difficoltà che stiamo vivendo in seguito al coronavirus.

Del resto anche a livello cantonale esiste una distorsione fiscale del tutto analoga. Basti pensare che nel Canton Ticino un contribuente con un milione di franchi di reddito imponibile e con figli agli studi può arrivare oggi a dedurre complessivamente dal suo reddito circa 25.000 franchi, conseguendo un risparmio d’imposta cantonale e comunale di circa il 30% della deduzione, pari a 7.500 franchi.

Un contribuente, invece, il cui reddito ammonta a 50.000 franchi, sempre in base alle deduzioni per figli oggi in vigore, beneficia di una diminuzione di imposta cantonale e comunale del 6%, vale a dire 1.500 franchi.

In Ticino quindi già oggi è in vigore un meccanismo analogo a quanto si vuole introdurre a livello federale, anch’esso venduto con finalità sociali ma che è, nella realtà dei fatti, inversamente proporzionale alla capacità contributiva del cittadino e quindi tutt’altro che sociale, meritando, a mio giudizio urgentemente, un intervento parlamentare con lo scopo di correggere questa distorsione in senso autenticamente sociale.

Alla luce di quanto precede, diventa allora molto importante dare, come ticinesi, un segnale forte e chiaro, dimostrando che la popolazione è stanca di veder proporre politiche, cifre alla mano, antisociali, ma impacchettate, infiocchettate e vendute come se portassero utili benefici economici ai ceti medio-bassi.

Ed è più che mai importante dare questo segnale il 27 settembre, votando no all’iniziativa «Trattamento fiscale delle spese per la cura dei figli da parte di terzi», senza dimenticare che sono altri i bisogni urgenti delle famiglie anche alla luce delle difficoltà vissute da una larga fetta della nostra popolazione dei ceti medio bassi in seguito alla crisi generata dal coronavirus nel nostro Paese.

Articolo di Anna Biscossa apparso sul Corriere del Ticino il 13 agosto

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