Aumento di Airbnb residenze secondarie: fenomeni preoccupanti

“A Lugano lo sfratto ai residenti arriva da progetti Airbnb”; Airbnb è corresponsabile della carenza di abitazioni a Zurigo?; “Questa casa non è un albergo: se l’Airbnb diventa un problema di buon vicinato”.

Questi sono solamente alcuni titoli recenti che offrono un chiaro spaccato di un fenomeno complesso e controverso, che sta mettendo in seria difficoltà molte città europee e comuni svizzeri a forte vocazione turistica. In alcune delle destinazioni più frequentate d’Europa, le amministrazioni comunali si sono già viste costrette ad introdurre regolamentazioni e misure per arginare la progressiva perdita di residenti causata dalla diffusione delle piattaforme modello Airbnb che permettono l’affitto di breve durata di abitazioni di vacanze. Tra le principali conseguenze negative di questo fenomeno si annoverano le stesse prodotte dall’incremento delle residenze secondarie: l’aumento degli affitti, la riduzione di abitazioni disponibili per la popolazione residente e la conseguente difficoltà nel trovare alloggi, lo spopolamento dei quartieri dei centri cittadini e storici, il peggioramento della qualità della vita, la perdita di coesione sociale, la concorrenza alle strutture alberghiere, ecc. Preoccupazioni simili, assieme all’espansione disordinata degli insediamenti sul territorio, avevano portato nel marzo del 2012 la popolazione svizzera ad approvare l’iniziativa volta a limitare la costruzione di abitazioni secondarie al 20%.

Anche in Ticino, in particolare nelle città e nei comuni a vocazione turistica, stiamo assistendo in questi anni allo stesso fenomeno di trasformazione di abitazioni primarie in spazi destinati a soggiorni turistici di breve durata. Pratica questa conosciuta, ma le cui conseguenze, prevalentemente negative, sono tuttavia poco studiate. Non si tratta di demonizzare un modello che, entro certi limiti e contesti, potrebbe mantenere una sua logica. Bisogna tuttavia riconoscere che il forte aumento dell’offerta Airbnb negli ultimi anni non è da ricondurre a piccoli proprietari privati che cercano di arrotondare affittando spazi in esubero, bensì al diffondersi di modelli di business immobiliare molto redditizi e promossi da grandi gruppi di investitori, pronti a stravolgere in blocco interi immobili a scopo speculativo, giungendo persino a sfrattare i residenti.

Proprio questi preoccupanti effetti hanno portato il Gruppo Territorio Ambiente della Sezione PS di Locarno ad approfondire e redigere un modello di interrogazione, già inoltrata a Locarno e Lugano (primi firmatari F. Albi e C. Zoppi), con lo scopo di sensibilizzare i rispettivi Municipi a sorvegliare eventuali abusi e adottare tempestivamente correttivi efficaci e a favore della protezione dell’alloggio.

Articolo di Luca Pizzetti apparso sul PS.CH

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