Come tante persone ho cercato spiegazioni sull’aumento dei premi di cassa malati e dei costi della salute. Un libro che affronti la questione in maniera seria credo sarebbe utile e avrebbe probabilmente un bel successo editoriale. Anche in assenza di questo studio alcuni punti fermi ci sono, tra questi il fatto che in Ticino abbiamo troppa offerta sanitaria. Secondo quanto dice il Consigliere De Rosa, il Cantone ha armi spuntate per diminuire questa offerta, visto che può controllare i costi dell’Eoc ma non quelli di cliniche, studi e professionisti privati, sui quali al massimo può bloccare nuove autorizzazioni. La corsa della sanità privata ad aumentare il fatturato mi sembra una delle principali cause di questa crisi. Come credo manifesti bene la notizia, data da voi lo stesso giorno dell’annuncio dei nuovi premi, del progetto di espansione della clinica Santa Chiara a Locarno. È in questo modo che pensiamo di ridurre l’offerta sanitaria? Qualche giorno dopo un consigliere Udc ha proposto la chiusura proprio dell’ospedale di Locarno, sicuramente un ottimo affare per la Santa Chiara, forse un po’ meno per noi. Abbiamo sentito alcuni partiti esprimersi contro l’iniziativa 10% dicendo che il vero problema è l’aumento dei costi. Per anni hanno offerto sostegno alla sanità privata, ricordo che fu l’allora parlamentare liberale Ignazio Cassis a scrivere: «Sarà il cittadino, con le sue gambe, a decidere e dunque “a fare la pianificazione ospedaliera”, e non più il Cantone a tavolino». All’epoca si discuteva di estendere anche agli ospedali privati il contributo che il Cantone dà alle cure stazionarie, e Cassis difendeva il diritto di scelta del cittadino. Questa frase ai nostri giorni suona malissimo, ma un’inversione di rotta da quel modo di pensare ancora non c’è stato.
Articolo di Niccolò del Conte apparso su La Regione il 9 ottobre