Ascoltate (anche) la nostra voce

 Negli ultimi anni la Svizzera ha registrato un calo significativo nel numero di adozioni internazionali. Secondo l’Ufficio federale di giustizia, nel 2008 sono entrati in Svizzera 354 bambini adottati da Paesi esteri, mentre nel 2023 il numero è sceso a 56. Questo trend riflette una diminuzione globale delle adozioni internazionali, dovuta a vari fattori come il miglioramento delle condizioni economiche e sociali nei Paesi d’origine e l’aumento delle adozioni nazionali. Nonostante il calo delle adozioni internazionali, ritengo che imporre un divieto totale come quello proposto da Beat Jans non sia la risposta adeguata alle difficoltà che ci sono state con le adozioni internazionali fra gli anni 80 e 2000. Esistono ancora molti bambini nel mondo che vivono in condizioni di estrema vulnerabilità e che trarrebbero enorme beneficio dall’essere accolti in famiglie svizzere disposte a offrire loro amore e stabilità. Inoltre, numerose famiglie svizzere sono pronte ad aprire le loro case e i loro cuori a questi bambini. Perché non guardare anche i dati degli ultimi 20 anni?

In tutta la Svizzera e anche in Ticino ci sono numerose testimonianze di famiglie che hanno adottato bambini dall’estero, offrendo loro opportunità che altrimenti sarebbero state inaccessibili. Questi bambini, una volta cresciuti, contribuiscono attivamente alla nostra società, dimostrando che l’adozione internazionale può essere una soluzione positiva sia per i minori che per le famiglie adottive.

Invece di considerare un divieto, sarebbe più opportuno rafforzare i controlli e le procedure per garantire che le adozioni internazionali avvengano nel migliore interesse del bambino, rispettando le normative internazionali e assicurando la trasparenza in ogni fase del processo. Questo approccio permetterebbe di continuare a offrire una famiglia a quei bambini che ne hanno bisogno, garantendo al contempo l’integrità del sistema adottivo.

Spero che le autorità e coloro con il potere decisionale possano considerare il bene dei bambini e le voci delle famiglie che hanno vissuto esperienze positive di adozione riconsiderando così la decisione in futuro. In modo da trovare soluzioni che migliorino il sistema delle adozioni internazionali e possano aumentare le esperienze positive.

Infine rivolgo un appello a tutte le famiglie adottive: uscite dal silenzio, raccontate le vostre storie e fatevi sentire. Ogni testimonianza conta, ogni esperienza positiva può contribuire a far comprendere quanto l’adozione internazionale possa trasformare vite e regalare nuove opportunità a chi ne ha bisogno. Il vostro esempio è la prova concreta che l’amore e l’accoglienza superano ogni barriera. Non lasciamo che questa decisione venga presa senza che le voci delle famiglie e dei bambini adottati siano ascoltate

Articolo di Giulia Broggi, PS Biasca, apparso su laRegione del 30 gennaio

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