‘Argo1’: ribadiamo l’importanza di un’inchiesta amministrativa

Le recenti notizie emerse relative al caso ‘Argo 1’ non vanno banalizzate né ridotte all’aneddoto. Vanno invece sommate alla violazione reiterata della Legge sulle commesse pubbliche, alle pratiche inaccettabili di quest’agenzia di sicurezza e al fatto che ad oggi i lavoratori portano il fardello di questa vicenda poiché 8mila ore di lavoro, per un ammontare di 190mila franchi, non sono state dichiarate. Ribadiamo perciò l’importanza di un’inchiesta amministrativa per fare piena luce sulla vicenda ed evitare che la fiducia nelle istituzioni e nell’Amministrazione pubblica venga ulteriormente erosa.

Il Partito Socialista ribadisce l’importanza d’istituire un’inchiesta amministrativa per far luce in modo chiaro e definitivo sullo scandalo “Argo 1”, così come chiesto già alla fine dello scorso mese di marzo.  All’inchiesta della Procura, per la quale confermiamo la piena fiducia, va affiancato questo procedimento concreto, indispensabile per ottenere l’insieme degli elementi per chiarire l’insieme della vicenda e dei suoi risvolti che – sebbene non abbiano rilevanza penale – sono determinanti dal punto di vista della responsabilità amministrativa e politica.

Le informazioni emerse attraverso i media durante il fine settimana, relative al soggiorno a Bormio dell’allora Capogruppo PPD Fiorenzo Dadò e della responsabile del Servizio richiedenti d’asilo del DSS – per cui il responsabile dell’agenzia di sicurezza “Argo 1” ha offerto loro due cene per un importo di 150 euro – così come i dettagli supplementari resi pubblici dalla stampa, vanno sommati al peso di un dossier già di per sé grave e preoccupante. La questione delle regalie e degli eventuali favori, il fatto che il titolare della “Argo 1” abbia proposto d’intercedere affinché il soggiorno in questione potesse essere ottenuto “a un buon prezzo” non vanno ridotti, banalizzandoli, a fatti puramente aneddotici. Sono pratiche che non possono e non devono essere accettate poiché oltre all’evidente problema evidenziato, incidono – erodendola – l’indispensabile fiducia della popolazione nelle istituzioni, gettando discredito sull’Amministrazione pubblica e l’insieme dei suoi funzionari.

Benché non sia stata rivelata una responsabilità penale, questi fatti suscitano delle questioni morali, mettono in evidenza dei problemi di conflitti d’interesse e confermano la necessità di determinare senza indugio le responsabilità politiche. Va infatti evidenziato che poco prima di questi fatti, l’agenzia di sicurezza “Argo 1” ha beneficiato di un mandato diretto per un ammontare complessivo di 3,4 milioni, attribuito e cofirmato dal Consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, dello stesso partito dell’allora Capogruppo, per il quale è stata reiteratamente violata la Legge sulle commesse pubbliche, che non ha fatto l’oggetto di un concorso pubblico e che non è stato iscritto nella lista delle commesse superiori ai 5’000 franchi aggiudicate per incarico diretto.

Lo scandalo ‘Argo 1’ mette in luce anche il dumping salariale e il pagamento non dichiarato ai dipendenti dell’agenzia di sicurezza di ben 8mila ore di lavoro, per un importo complessivo di 190mila franchi di straordinari tra il 2015 e il 2016. Un fatto del tutto inaccettabile per il quale, oggi, si pone anche la questione relativa al pagamento delle compensazioni e dei contributi sociali mancanti. Lo scorso 16 agosto è stato decretato il fallimento di ‘Argo 1’, posta in liquidazione. Non è quindi accettabile che oltre allo scandalo e alla violazione constata della legge, i lavoratori di “Argo 1” siano costretti a portare il fardello – pagandolo – di questa vicenda.

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