Correva l’anno 1994 quando il popolo svizzero con la votazione sull’iniziativa delle Alpi accettò il seguente articolo costituzionale 84 sul transito alpino:
1) La Confederazione protegge la regione alpina dalle ripercussioni negative del traffico di transito. Limita il carico inquinante del traffico di transito a una misura inoffensiva per l’uomo la fauna la flora e i loro spazi vitali.
2) Il traffico transalpino per il trasporto di merci attraverso la Svizzera avviene tramite ferrovia. Il Consiglio federale prende le misure necessarie. Eccezioni sono ammissibili soltanto se indispensabili. Esse devono essere precisate dalla legge.
3) La capacità delle strade di transito nella regione alpina non può essere aumentata. Sono eccettuate le strade di circonvallazione che sgravano gli abitati dal traffico di transito.
La disposizione transitoria parla di 10 anni per il trasferimento delle merci dalla strada sulla ferrovia. Oggi siamo a 18 anni da quella votazione storica e a pochi dall’apertura della galleria Alptransit ma il Consiglio federale ora più che mai in passato con la sua decisione di costruire la seconda galleria autostradale ignora la volontà popolare e la Costituzione. In 18 anni sono stati fatti importanti passi avanti nella politica di trasferimento ma non abbastanza per raggiungere l’obiettivo fissato dal popolo. E in questi ultimi anni si è marciato sul posto con un Consiglio federale che non ha mostrato una reale volontà politica di trovare soluzioni alternative alla strada per il trasporto delle merci attraverso le Alpi. Oltre alla contraddittoria scelta a favore del raddoppio tutte le proposte costruttive per attuare il trasferimento (per esempio l’introduzione della Borsa dei transiti alpini) sono rimaste lettera morta. Non solo: secondo la vigente Legge sul trasferimento dal 2011 è ammesso il transito al massimo di 1 milione di camion all’anno come obiettivo intermedio ma anche questo limite non è stato rispettato visto che lo scorso anno ne è passato 1 milione e 250 mila.
Di fronte a quest’evidenza il Partito Socialista ritiene che la giusta azione di protesta messa in atto nel 2007 dal Movimento LiberAria consistente nel bloccare per mezz’ora la A2 tra Airolo e Piotta è ben poco cosa comparata al mancato rispetto del mandato costituzionale da parte del Consiglio federale. Il PS confida che la giustizia sappia applicare le giuste proporzionalità durante il processo che si celebrerà davanti al tribunale penale di Bellinzona il prossimo 14 dicembre rinunciando in particolare a comminare pene o multe.