Una frase dellautore valmaggese Plinio Martini mi ha colpito. In unintervista rilasciata alla fine degli anni 1970 alla RSI, ha detto: «Mi sono fatto marxista per essere più cristiano». A chi mi chiedesse di spiegare le ragioni del mio impegno sulla lista rossoverde per il Consiglio di Stato (CdS) potrei rispondere usando la frase di Martini. Di fatto, per me è stato determinante che la compagine rossoverde è composta da una grande quantità di persone che si preoccupano quotidianamente di migliorare la qualità dei legami sociali e di diminuire le discriminazioni, avendo cura di costruire per le generazioni future un Ticino accogliente e senza ipoteche. Inoltre, i movimenti giovanili hanno ampio spazio nellarea e – considerato attentamente il contesto elettorale – la nostra lista è lunica che presenti delle donne con reali possibilità di essere elette. Queste sono ragioni sufficienti per aderire al progetto e votare la lista numero 9 per il CdS.
Se sono andato oltre alla semplice adesione e mi sono candidato, è però perché penso che il CdS uscente non ha preso la misura dei problemi da affrontare. È sintomatico per esempio che il preventivo 2023 risulti ancora largamente deficitario, che non sia stato trovato un accordo riguardo al secondo pilastro dei funzionari, che si aspetti ancora la Pianificazione ospedaliera, e che il Piano energetico e climatico cantonale (PECC) sia appena stato pubblicato. Rimandare la questione del bilancio dello Stato e quella del secondo pilastro a dopo le elezioni è una mancanza di responsabilità e di coraggio. Sospendere per così a lungo la pianificazione ospedaliera indebolisce lEnte ospedaliero cantonale. La pubblicazione tardiva del PECC nasconde lincapacità del Governo uscente di trattare le questioni ambientali in maniera trasversale. Ci vogliono un cambio di metodo e di passo, e obiettivi condivisi per permettere un lavoro più efficace. Il Governo devessere maggiormente allascolto per evitare di apparire distante o addirittura sprezzante, come è successo in ambito sociale, economico, scolastico e culturale. Anche se ognuno deve fare la sua parte, abbiamo delle proposte concrete per migliorare la situazione al livello dello Stato: ridurre le disuguaglianze, sviluppare un sistema di cure centrato sullofferta del servizio pubblico di sanità, consolidare il nostro modello scolastico adattandolo alle evoluzioni della società, rilanciare ledilizia con un piano di rinnovo degli edifici per una maggiore efficienza termica e energetica, sostenere le PMI, migliorare le relazioni contrattuali nelle imprese, favorire linnovazione radicandola nel territorio, promuovere la democrazia partecipativa, ecc. Insomma, come canta Suzanne Vega nella sua « Left of center », se mi cerchi, mi trovi a sinistra del centro; e insieme potremo fare meglio!
Articolo di Boas Erez apparso sul Corriere del Ticino