Per una scolarità inclusiva e aperta

Diritto fondamentale, l’educazione e la formazione sono un perno della società. Esse hanno ovviamente un’importanza capitale per l’inserimento professionale e quindi per l’indipendenza economica degli individui. Il loro ruolo è altresì essenziale nella costituzione del tessuto sociale.

La scuola è pertanto un pilastro sociale e deve ricevere piena considerazione politica.

La missione della scuola è certo di trasmettere nozioni e competenze necessarie all’attività professionale e alla gestione delle incombenze pratiche della quotidianità. Non meno importante è però anche la sua funzione sociale, che deve ricevere i giusti mezzi.

Cominciamo dal tema dell’inclusione, oggi giustamente preconizzata: alle condizioni attuali può difficilmente avvenire in modo armonioso, sia per i bambini con difficoltà che per i docenti e la comunità scolastica tutta. Il numero di insegnanti, anche specializzati, va aumentato, tutti i docenti devono poter beneficiare di una formazione in questo senso, tutti i genitori (oltre ai bambini) vanno sensibilizzati. In generale, il numero di allievi per classe va abbondantemente diminuito per permettere ai docenti di svolgere i propri compiti e agli alunni di evolvere in un ambiente più sereno.

Occorre poi potenziare l’educazione ai vari aspetti della vita in società, tramite programmi specifici e trasversalmente a tutte le materie, lungo tutto il percorso scolastico (adattandosi ad ogni fascia di età). Riconoscere le emozioni proprie e altrui, gestire i propri conflitti e tentare di mediare quelli di altri, aprirsi alle differenze (di capacità, di identità di genere, di cultura), superare gli stereotipi (di genere, di origine), evitare i rischi legati alle tecnologie della comunicazione o agli abusi sono competenze essenziali e che faranno di quei giovani non solo dei lavoratori capaci e adeguati, ma anche delle persone in grado di far fronte autonomamente alle varie difficoltà della vita (con conseguenti benefici, anche in termini finanziari, sulla collettività).

Infine, fin dalla Scuola Media, la famigliarizzazione al mondo del lavoro deve essere una priorità, tramite stage o comunque un dialogo con professioni e aziende. Durante questa fase va anche posto l’accento sull’iniziazione al sistema politico, all’amministrazione pubblica e alle assicurazioni sociali, in modo da avere cittadini realmente consapevoli dei propri diritti e doveri e del funzionamento del sistema nel quale vivono.

Vogliamo una scuola meno selettiva e più accompagnante.

Agnese Strozzega, candidata al Gran Consiglio per il PS. Articolo apparso sul Corriere del Ticino

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