È notizia attuale che lo pseudo-sindacato leghista TiSin ha approfittato della possibilità di derogare attraverso un Contratto collettivo di lavoro (CCL) al salario minimo che è entrato in vigore oggi 1. dicembre 2021 in Canton Ticino. TiSin, con al vertice i Granconsiglieri leghisti Boris Bignasca e Sabrina Aldi, ha creato contratti con salari da 16 franchi allora! Stiamo parlando di poco più di 2’500 franchi lordi mensili per una persona che lavora al 100%, indecente per i costi della vita in Svizzera.
Sembra storia invece, la promessa del 2011 della Lega di ridurre il numero di frontalieri a 35’000 allottenimento di due Consiglieri di Stato. Allora erano poco più di 50’000, oggi, 10 anni dopo lelezione del secondo consigliere di Stato leghista, sono ben più di 75’000! Altro che promesse infrante. Daltronde, se lo strumento dei leghisti è offrire scappatoie alle aziende locali per pagare salari da fame che non permettono di vivere in Ticino, è indubbio che i frontalieri insieme al numero di persone in assistenza non potranno che aumentare.
Il mercato del lavoro ticinese è già abbastanza sconquassato. Non vogliamo permettere che grazie a una scappatoia giuridica si possano ulteriormente sfruttare le lavoratrici e i lavoratori, per questo si è lanciata liniziativa Per un salario minimo sociale. Con la nostra iniziativa fermiamo la possibilità di raggirare il salario minimo e sosteniamo uneconomia basata su aziende che intendono sviluppare una vera responsabilità? sociale dimpresa, che lavorano affinché il territorio sia prospero e chi ci abita possa percepire salari dignitosi.
Lo scopo delliniziativa, oltre che impedire organizzazioni sindacali come quella leghista di TiSin, è di alzare lattuale minimo salariale fino a una forchetta compresa tra i 3’885 4050 franchi al mese per 12 mensilità. In questo modo si creano nuove prospettive lavorative alle 7000 persone in assistenza e a migliaia di sottoccupati, permettendo anche a loro di accedere a posti di lavoro che oggi sono accettabili solo per persone frontaliere a causa dei salari da sfruttamento corrisposti da alcuni imprenditori locali. I benefici delliniziativa interessano anche le donne che spesso percepiscono paghe più basse e in generale le persone definite working poor: liniziativa porta un importante aumento salariale che fa una vera differenza a fine mese e diminuisce la necessità di percepire anche aiuti statali! Lo Stato potrà così investire i risparmi in altre attività, come ad esempio asili nido statali e gratuiti per tutte le famiglie.
Crediamo sia necessario cambiare lapproccio: promuoviamo la cultura della responsabilità sociale dellimpresa mettendo al centro il bene del territorio dove questa opera. Firmando questiniziativa collaboriamo a sviluppare un futuro più giusto e sicuro per il nostro Cantone e la sua popolazione.
Articolo di Tessa Prati e Filippo Zanetti, Copresidenti PS Lugano apparso du Tio il 1° dicembre 2021