La crisi pandemica scoppiata nella primavera del 2020 ci ha fatto riflettere su tante mancanze dei servizi pubblici in Svizzera. Una delle dimensioni principali di questa crisi, che ancora oggi è lontana dallessersi risolta, è quella sanitaria. La mancanza di personale ha spinto oltre ogni limite la soglia di sfruttamento di infermiere e infermieri e la mancanza di letti in cure intense ha portato a un numero di vittime troppo alto per un paese che si considera sviluppato e allavanguardia come la Svizzera.
Liniziativa per cure infermieristiche forti, che si voterà il prossimo 28 novembre, è un cambiamento necessario per affrontare due problemi centrali: un numero insufficiente di personale curante e delle condizioni di lavoro logoranti. Questi due problemi sono centrali perché hanno delle conseguenze molto gravi sia su professioniste e professionisti che sulle/sui pazienti. 4 infermiere/i su 10 abbandonano la professione prima dei 35 anni, a causa dello stress o addirittura del burnout dovuti a un carico esagerato di lavoro e a un salario limitato che non riconosce queste persone come essenziali al sistema pubblico di salute. Il personale infermieristico stressato e sfruttato, costretto ad assumersi sempre più mansioni durante lo stesso tempo, a lavorare di notte e nei giorni feriali, tutto questo con un salario inferiore a quello mediano, non può prestare delle cure di qualità. Non è una questione di volontà ma di possibilità: i/le pazienti cadono in secondo piano e vivono la frustrazione di non ricevere delle cure adeguate, nonostante lesplosione dei costi della salute negli ultimi 24 anni. Il sistema attuale ha bisogno di essere riformato perché infermiere e infermieri possano svolgere il loro lavoro nel miglior modo possibile, e per questo gli applausi non bastano, ma servono condizioni di lavoro dignitose e maggiore personale.
Il controprogetto proposto dal parlamento riconosce la necessità di formare più personale infermieristico, ma non accorda a questa categoria professionale il salario e lautonomia che merita. La pandemia ha in particolare messo sotto pressione il personale di cura, che nel primo lockdown ricevette applausi riconoscenti. Questo è il momento di riconoscere a infermiere e infermieri la dignità che meritano attraverso salari appropriati e autonomia lavorativa, possiamo farlo votando sì il 28 novembre!
Articolo di Federica Caggia, apparso sul Corriere del Ticino l’8 novembre