Anche nel nostro distretto si soffre. La pandemia che attanaglia la Svizzera e l’Europa si fa sentire di riflesso pure nel Mendrisiotto. La disoccupazione tocca da vicino i giovani anche con titolo di studio costretti a partire oltralpe per cercare un lavoro retribuito, ma soprattutto non dà respiro a chi ha passato la cinquantina e colpisce in modo più marcato queste fasce della popolazione.
Checché se ne dica, i posti di lavoro per persone che rientrano in queste fasce d’età sono sempre meno. Come se non bastasse, alcune ditte preferiscono assumere lavoratori frontalieri che personale indigeno. Ma questa situazione deve cessare e occorre offrire a chi vive nel Mendrisiotto la possibilità di lavorare ed essere retribuito in modo consono al costo della vita in Ticino.
Se veramente vogliamo costruire una società più giusta e umana, non possiamo tacere queste lacune ma dobbiamo trovare soluzioni appropriate per dare la possibilità a queste persone di trovare un’occupazione dignitosa. Ma anche chi ha un lavoro è in difficoltà. Il Gran Consiglio ha varato una legge per chi ha più di cinquanta anni recentemente, ma speriamo che venga adottata dalle nostre aziende e che assumano i nostri disoccupati!
Prendendo ad esempio una famiglia media di quattro persone e facendo un’analisi delle spese di base, si scopre che alla fine del mese non ci sono più soldi. Una famiglia di quattro persone, comprendente due figli minorenni, che ha un’entrata netta di fr. 4400.- al mese, si vede confrontata per non meno di fr. 760.- al mese di premi di cassa malati (quelli più bassi) 1400.- franchi di affitto (spese comprese), 120 franchi di bollette telefoniche e canoni radiotelevisivi, 90 franchi di imposte (cantonali e comunali e federali), 45 franchi d’assicurazione responsabilità civile e mobilio, 100 franchi di costo auto (compresa assicurazione) e 1400.- franchi per il minimo vitale. Rimangono 485 franchi per tutti gli altri bisogni. Queste famiglie non possono permettersi di uscire una volta al mese per magiare una pizza al ristorante. Basta un imprevisto perché si trovino in serie difficoltà. Faticano a sbarcare il lunario. Con un salario di fr. 4400.- al mese (compresi gli assegni per i figli) c’è poco da stare allegri.
Situazioni di questo tipo sono più frequenti di quanto si pensi. Se si pensa ai bonus milionari elargiti ai dirigenti di banca, ci si accappona la pelle. È forse giunta l’ora di guardare anche in casa nostra e mettervi un po’ d’ordine. Ci vuole un’equa distribuzione della ricchezza in modo da garantire a chi lavora onestamente un reddito con il quale possa far fronte alle difficoltà quotidiane. Ora ci si mette anche una probabile andata del virus così detta Delta a complicare la già precaria situazione per la ripresa economica e chi ne farà le spese sono sempre i lavoratori. Non possiamo più aspettare perché più si va avanti più situazione di questo diventano numerose.
Anche nel nostro distretto si soffre. La pandemia che attanaglia la Svizzera e l’Europa si fa sentire di riflesso pure nel Mendrisiotto. La disoccupazione tocca da vicino i giovani, che anche con titolo di studio sono costretti a partire oltralpe per cercare un lavoro retribuito, ma soprattutto non dà respiro a chi ha passato la cinquantina e colpisce in modo più marcato queste fasce della popolazione.
Checché se ne dica, i posti di lavoro per persone che rientrano in queste fasce d’età sono sempre meno. Come se non bastasse, alcune ditte preferiscono assumere personale frontaliere che indigeno. Ma questa situazione deve cessare e occorre offrire a chi vive nel Mendrisiotto la possibilità di lavorare ed essere retribuito in modo consono al costo della vita in Ticino.
Se veramente vogliamo costruire una società più giusta e umana, non possiamo tacere queste lacune ma dobbiamo trovare soluzioni appropriate per dare la possibilità a queste persone di trovare un’occupazione dignitosa. Ma anche chi ha un lavoro è in difficoltà. Il Gran Consiglio ha varato una legge per chi ha più di cinquanta anni recentemente, ma speriamo che venga adottata dalle nostre aziende e che assumano i nostri disoccupati!
Prendendo ad esempio una famiglia media di quattro persone e facendo un’analisi delle spese di base, si scopre che alla fine del mese non ci sono più soldi. Una famiglia di quattro persone, comprendente due figli minorenni, che ha un’entrata netta di fr. 4400.- al mese, si vede confrontata per non meno di fr. 760.- al mese di premi di cassa malati (quelli più bassi) 1400.- franchi di affitto (spese comprese), 120 franchi di bollette telefoniche e canoni radiotelevisivi, 90 franchi di imposte (cantonali e comunali e federali), 45 franchi d’assicurazione responsabilità civile e mobilio, 100 franchi di costo auto (compresa assicurazione) e 1400.- franchi per il minimo vitale. Rimangono 485 franchi per tutti gli altri bisogni. Queste famiglie non possono permettersi di uscire una volta al mese per mangiare una pizza al ristorante. Basta un imprevisto perché si trovino in serie difficoltà. Faticano a sbarcare il lunario. Con un salario di fr. 4400.- al mese (compresi gli assegni per i figli) c’è poco da stare allegri.
Situazioni di questo tipo sono più frequenti di quanto si pensi. Se si pensa ai bonus milionari elargiti ai dirigenti di banca, ci si accappona la pelle. È forse giunta l’ora di guardare anche in casa nostra e mettervi un po’ d’ordine. Ci vuole un’equa distribuzione della ricchezza in modo da garantire a chi lavora onestamente un reddito con il quale possa far fronte alle difficoltà quotidiane. Ora ci si mette anche una probabile andata del virus così detta Delta a complicare la già precaria situazione per la ripresa economica e chi ne farà le spese sono sempre i lavoratori e le lavoratrici. Non possiamo più aspettare perché più si va avanti più situazioni di questo genere aumentano.
Matteo Muschietti consulente del popolo