Basta privilegi a favore dei Consiglieri di Stato

Articolo di Ivo Durisch, nostro capogruppo in Gran Consiglio, sulla votazione del prossimo 13 giugno sulla Legge sulla retribuzione e sulla previdenza professionale dei membri del Consiglio di Stato. L’articolo è apparso nell’ultimo numero della nostra rivista PS.ch. 

Era l’autunno del 2018 quando come partito abbiamo lanciato l’iniziativa popolare Basta privilegi con l’obiettivo di porre fine a una prassi priva di basi legali legata al sistema pensionistico dei Consiglieri di Stato, prassi che di fatto concede loro una serie di agevolazioni economiche assolutamente ingiustificabili.

Un esempio di questi privilegi è la possibilità di acquistare anni di anzianità di servizio, base di calcolo per il computo della rendita pensionistica, a prezzi stracciati.

L’attuale Legge, vecchia di 53 anni, è superata rispetto alle numerose modifiche legislative federali avvenute nel frattempo in un campo che negli anni è mutato radicalmente. Il modello si basa ancora sul primato delle prestazioni quando oggi per tutti i dipendenti, dell’Amministrazione cantonale e non, si è passati al primato dei contributi. Inoltre il sistema attuale non chiede alcun contributo pensionistico da parte dei membri del Consiglio di Stato.

Con la nuova proposta di Legge, che prevede l’affiliazione dei Consiglieri di Stato all’Istituto di Previdenza del Canton Ticino (IPCT), i membri del Governo saranno trattati come qualsiasi altro dipendente. Essi verseranno i contributi e beneficeranno dei medesimi diritti degli altri affiliati, secondo le regolamentazioni dell’IPCT e secondo le disposizioni federali in materia di previdenza di vecchiaia.

La nuova Legge sopprime l’attuale sistema previdenziale speciale, adeguando il regime previdenziale dei Consiglieri di Stato a quanto previsto per gli impiegati dell’Amministrazione cantonale e degli enti affiliati, cioè al sistema del primato dei contributi. Una soluzione trasparente e semplice, praticata da tempo in altri 11 cantoni svizzeri.

Il nuovo sistema porterà a una riduzione dei costi a carico dello Stato, che come qualsiasi altro datore di lavoro verserà la propria quota di contributi all’IPCT. Allo stesso tempo, lo Stato non dovrà più finanziare le prestazioni previdenziali e quelle ai superstiti, perché queste saranno di competenza dell’istituto previdenziale e l’ammontare sarà calcolato in base al capitale versato.

Vista la particolarità e la durata media della carica, pari a circa 16 anni di servizio, nella nuova Legge sono stati previsti dei meccanismi di uscita nel caso in cui il Consigliere di Stato dovesse terminare la carriera prima dell’età pensionabile. Questo per salvaguardare l’indipendenza e la libertà del singolo membro del Governo, che deve poter prendere ogni decisione su singole questioni a prescindere da questioni previdenziali o aspetti professionali successivi alla sua attività di Consigliere di Stato.

Infine oltre a garantire trasparenza e parità di trattamento con gli altri dipendenti dell’Amministrazione pubblica, il nuovo sistema permetterà al Cantone di avere un risparmio stimato a 2 milioni di franchi per ogni Consigliere di Stato, ossia il 25% dei costi attuali.

È dal 1989 che come Partito ci battiamo per abrogare gli attuali privilegi pensionistici dei Consiglieri di Stato: il lancio dell’iniziativa popolare ha permesso di fare finalmente un passo decisivo verso un sistema equo e trasparente. Bocciare questa legge vorrebbe dire ritrovarsi ai piedi della scala perpetuando di fatto ancora per anni l’attuale sistema. Votiamo un Sì convinto il 13 giugno!

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