La Commissione della sicurezza sociale e della sanità (CSSS-N) del Consiglio nazionale continua la revisione dell’AVS ignorando qualsiasi tentativo di discussione e di compromesso. La Commissione rifiuta sistematicamente di fornire le risorse finanziarie necessarie all’AVS e di compensare decentemente l’aumento dell’età pensionabile delle donne. La maggioranza di destra continua quindi il suo lavoro pasticciato sulle spalle delle donne. In questo modo lAVS richiederà ulteriori riforme già nel 2030.
Con questa nuova versione, le donne dovrebbero sostenere la maggior parte dei costi di questa riforma, in particolare con l’aumento della loro età pensionabile da 64 a 65 anni. Le misure di compensazione decise dalla Commissione coprirebbero solo un periodo di transizione di 6 anni, invece dei 9 anni previsti dal Consiglio federale. La CSSS-N rifiuta quindi di sostenere una compensazione pari al 66% dei costi e il principio dei contributi differenziati.
Mentre il Consiglio federale aveva previsto un aumento dell’IVA di 0,7 punti, la CSSS-N si è limitata a un aumento di 0,4 punti, tagliando così preziosi contributi finanziari all’AVS. Per Marina Carobbio, Consigliera agli Stati (TI), «la destra non cerca la stabilizzazione e le soluzioni a lungo termine, poiché il suo obiettivo rimane un aumento dell’età pensionabile per tutti e tutte». Inoltre, la CSSS-N sostiene molti dei peggioramenti apportati dal Consiglio degli Stati, come il fatto di non permettere il pensionamento flessibile fino all’età di 63 anni.
Inoltre, anche la proposta Maillard, che chiedeva di abbandonare le somme versate dal fondo AVS alla Banca Nazionale Svizzera (BNS) a causa dei tassi d’interesse negativi, è stata respinta nonostante i miliardi di profitti annunciati da quest’ultima. «Per il PS, il limite è stato ormai ampiamente superato. Senza una correzione importante del progetto in plenaria, il PS lancerà il referendum», aggiunge Marina Carobbio. Una versione così squilibrata del progetto non avrà alcuna possibilità di successo alle urne.