A proposito del divieto della dissimulazione del viso, in votazione il prossimo 7 marzo, è importante uscire dallemotivo e osservare invece le cifre e gli studi scientifici a nostra disposizione. Innanzitutto, secondo uno studio di Andrea Tunger-Zanetti dellUniversità di Lucerna, solamente 20-30 donne dissimulano il volto con il niqab, nessuna con il burqa. Si sa poi, grazie agli studi di Mallory Schneuwly-Purdie, sociologa delle religioni dellUniversità di Friborgo, che di queste 20-30 donne sono principalmente svizzere convertite che scelgono liberamente di portare il niqab. Si tratta quindi di donne integrate che scelgono di portare il niqab secondo la propria volontà. Sugli effetti di un tale divieto ci parla inoltre la sociologa e documentarista francese Agnès de Feo: da quando vi è la proibizione del burqa in Francia, il numero di donne velate non ha smesso di aumentare, anzi. Le donne che la sociologa ha intervistato, ammettono che il velo integrale lhanno conosciuto con il divieto e lhanno indossato come reazione politica ma anche per rafforzare la devozione a un credo stigmatizzato. Il divieto ha dunque avuto un effetto incentivo e non il contrario.
Da questi tre dati scientifici possiamo quindi dedurre quanto questa inziativa sia inutile, controproduttiva e sproporzionata. Uscendo dal razionale arriviamo poi al buonsenso, che ci dovrebbe far riflettere: non si chiama la polizia per penalizzare una persona che si crede (a torto o a ragione) essere vittima. Infatti, se il sì dovesse passare, le autorità criminalizzerebbero delle persone che i fautori delliniziativa considerano essere vittime di coazione. La coazione, cioè imporre a qualcuno di fare qualcosa contro la sua volontà, come lo è appunto obbligare una persona a indossare un indumento , è punita dalla legge. Va punito colui che impone a una donna cosa indossare non il contrario!.
Leggiamo gli studi scientifici, usiamo buonsenso e votiamo no!
Lisa Boscolo, consigliera comunale PS Bellinzona