Congedo parentale: facciamo il passo!

La prossima seduta di Gran Consiglio prevede un dibattito su un congedo parentale cantonale di due settimane. La proposta, formulata da Nadia Ghisolfi (Ppd) e sostenuta da una minoranza della Commissione sanità e sicurezza sociale, è scaturita dall’iniziativa parlamentare “Per un congedo maternità cantonale”, presentata da Raoul Ghisletta (Ps) tre anni fa. Come spesso accade in politica, si tratta di un compromesso per rispondere a un’esigenza della popolazione. Se la proposta iniziale chiedeva un prolungamento del congedo maternità di sei settimane – di portarlo dunque nel nostro Cantone a 20 settimane in totale – la minoranza della Commissione ha voluto essere più prudente, diminuendo il numero di settimane da sei a due, ma anche più progressista, proponendo al posto del congedo maternità un congedo parentale, lasciando ai due genitori la scelta di chi ne beneficia. Il rapporto di maggioranza (firmato da Plr e Lega) invece boccia sia l’iniziativa che il controprogetto, adducendo motivi economici. Si ritiene che “l’attuale situazione economica e sociale generata in particolar modo dalla pandemia Covid-19 non permetta di andare a caricare di ulteriori costi sia lo Stato sia l’economia.” Sarebbe ora di mettere da parte la mentalità del profitto immediato e ragionare sul benessere sociale e sull’andamento economico neanche a lungo, ma già a medio termine. Una politica che considera i bisogni delle famiglie – e delle donne in particolare – è una politica vincente su vasta scala. Questa tesi è sostenuta da una serie di dati scientifici presentati dalla Commissione federale per le questioni familiari Coff in varie pubblicazioni. Partiamo dalle constatazioni più ovvie, ma non per questo banali: il congedo parentale favorisce l’occupazione femminile e una maggior equità nella ripartizione dei compiti casalinghi ed educativi, giova alla salute dei bambini e dei genitori e permette un miglior legame tra padre e figlio. Troppo poco tematizzati sono i vantaggi di un congedo parentale per l’economia e per la società tutta. La migliore soddisfazione sul lavoro rafforza il legame del personale con l’impresa che in tale modo può contare sulla sua fedeltà. Con il miglioramento del clima lavorativo aumentano la produttività e il fatturato. Per la società tutta, migliora il ritorno degli investimenti nella formazione delle donne (oggi ci sono più donne che uomini con una formazione a livello terziario!), aumenta il tasso di natalità, diminuisce la difficoltà delle donne ad avere una rendita vecchiaia sufficiente e aumentano le entrate fiscali: la Coff indica che a livello federale un aumento dell’1 per cento dell’attività lucrativa delle donne genererebbe entrate fiscali sufficienti per compensare un congedo parentale di 18-20 settimane, remunerato al 100 per cento! La proposta sul tavolo del Gran Consiglio è un’opportunità per il nostro Cantone. Accettandola, si lancerebbe un segnale forte verso il resto della Svizzera: a noi deputate e deputati fare il passo!

Articolo di Gina La Mantia apparso su La Regione il 12 dicembre

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