La Conferenza cantonale dice Sì al referendum contro gli sgravi fiscali

La Conferenza cantonale del Partito, riunitasi domenica a Camorino, ha deciso di aderire al referendum contro la “Riforma fiscale” adottando la risoluzione della Direzione con 95 voti a favore. La risoluzione alternativa, la quale considerava buono l’accordo sulla “Riforma fiscale e sociale” votata dalla maggioranza del Gran Consiglio e che proponeva di lasciare libertà di voto e di referendum ha raccolto 39 voti.

Con 74 voti contrari e 54 a favore, la Conferenza cantonale ha deciso di non accogliere l’emendamento con il quale si sarebbe ritenuto giustificato il referendum contro i decreti legge della “riforma fiscale”.

Il Partito Socialista aderirà quindi, sostenendolo e promuovendolo, al preannunciato referendum contro la “riforma fiscale”.

L’esito della Conferenza è giunto al termine di un dibattito intenso e appassionante, segno di un Partito vivo in cui la posizioni sono dibattute e discusse, in cui il dibattito è sempre importante. Sala piena a Camorino ed è una buonissima notizia in termini di partecipazione e coinvolgimento della base del PS.

Il pomeriggio di ieri ha accolto in primo luogo le presentazioni di Roberto Sandrinelli – della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie – e di Anna Maestrini della Divisione delle contribuzioni, i quali hanno presentato le due riforme dal punto di vista tecnico.

Analisi politica, in seguito, del messaggio del Consiglio di Stato.
Pepita Vera Conforti, esperta per le pari opportunità, ha presentato i vantaggi della “riforma sociale” la quale risponde, a suo avviso, a delle necessità concrete quali una migliore partecipazione alla copertura dei costi degli asili nido e una maggiore qualità anche in termini di salari.

Sergio Rossi, professore di macroeconomia all’Università di Friburgo, ha offerto un’analisi della “riforma fiscale”: un’analisi critica poiché, secondo Sergio Rossi, gli sgravi di questa riforma non conducono a più investimenti da parte di coloro i quali, persone fisiche o giuridiche, godranno degli sgravi fiscali. Le somme di denaro relativi alle conseguenze degli sgravi verrebbero parcheggiate sui mercati finanziari internazionali, senza che nessuno tipo di “sgocciolamento della ricchezza” sia effettivo a livello locale, soprattutto per quanto riguarda i consumi.

Presentazione, poi, delle due risoluzioni: la proposta della Direzione presentata dal Presidente del Partito Igor Righini e la risoluzione alternativa, promossa dalla maggioranza del Gruppo PS in Gran Consiglio, presentata dalla Deputata al Gran Consiglio Pelin Kandemir Bordoli.

Igor Righini ha evidenziato il fatto che la “riforma fiscale” sia contraria ai fondamenti del Partito, alla sua Carta dei Valori e al programma politico, attraverso il quale il PS intende concretizzare questi valori. La Direzione ha messo l’accento sulla defiscalizzazione degli alti redditi e di aziende fortemente capitalizzate, come le holding. Altro punto problematico, dal punto di vista della direzione, è la partecipazione alla concorrenza fiscale al ribasso intercantonale: un aspetto non condiviso dal Partito Socialista svizzero e dal suo programma, nel cui solco, secondo la Direzione, anche la sezione cantonale del PS deve agire. Ragione per la quale è stata presentata la risoluzione con cui si è chiesto di aderire al referendum contro la “riforma fiscale”, accogliendo i decreti legge che configurano la “riforma sociale”.

Di avviso differente la maggioranza del Gruppo PS che, con il Consigliere di Stato Manuele Bertoli, hanno ritenuto di proporre la libertà di voto poiché, dal loro punto di vista, l’accordo sul pacchetto della “riforma fiscale e sociale” è globalmente buono anche se è stato espresso un disaccordo di principio con la “riforma fiscale”.

Come detto, dopo le presentazioni ha avuto luogo un intenso e vivo dibattito, durante il quale si sono espresse le voci a favore di una posizione e dell’altra, portando a una votazione attesa, il cui esito è stato chiaro.