Una larga alleanza per garantire le nostre pensioni

Venerdì i tre comitati nazionali favorevoli a un doppio SÌ alla riforma delle pensioni si sono presentati alla stampa. Il messaggio trasmesso dai rappresentati di partiti di destra e di sinistra (PPD, PBD, PEV, PS e I Verdi), così come di datori di lavoro e dell’Unione sindacale svizzera (USS) è chiaro: dopo 20 di blocchi, la riforma delle pensioni è un compromesso equilibrato e assolutamente necessario. La riforma garantisce le pensioni e il livello delle rendite. Convinti della sua necessità, i comitati s’impegnano perciò per un doppio SÌ alla Previdenza vecchiaia 2020.

Dal punto di vista delle salariate e dei salariati è cruciale che le rendite siano garantite e che l’AVS venga solidamente finanziata, ha dichiarato Paul Rechsteiner, il presidente dell’Unione sindacale svizzera. Affinché tutto ciò possa essere concretizzato, è necessario un finanziamento supplementare dell’AVS, altrimenti si corre il rischio di subire la politica dei deficit, com’è successo per l’AI. Le casse pensioni sono sotto pressione: le garanzie delle rendite del 2° pilastro e l’aumento delle rendite AVS sono perciò necessarie. Le persone che hanno dei redditi medi o modesti ne hanno particolarmente bisogno.

A nome del Comitato borghese, Gerhard Pfister – il presidente del PPD – ha affermato che la riforma della previdenza vecchiaia dev’essere adottata con urgenza a causa dell’andamento demografico e dell’abbassamento dei tassi d’interesse. «Con questa riforma abbiamo trovato un compromesso equilibrato che risponde a queste esigenze e che garantisce il futuro della nostra assicurazione sociale. È importante sia per le generazioni dei pensionati attuali sia per quelle future». In più – ha aggiunto – la riforma è più giusta perché penalizza di meno il matrimonio.

«La Previdenza vecchiaia 2020 è una riforma per i salariati e per chi ha piccoli redditi perché riforma l’AVS. Questa è la ragione per cui il PS la sostiene in modo determinato, così come dimostrato dall’esito del nostro voto generale» ha spiegato Christian Levrat, il presidente del PS, il quale ha pure espresso un avvertimento riguardo al piano «B» della destra, nel caso in cui la riforma dovesse essere respinta: «Il PLR e l’UDC non vogliono annunciare le loro intenzioni e alternative poiché la pillola sarebbe molto amara per la popolazione.  Vogliono la pensione a 67 anni e delle rendite più basse: è da più anni che ci stanno lavorando».

La presidente del Partito evangelico svizzero (PEV), Marianne Streiff, ha ricordato che le rivendicazioni estreme non hanno nessuna chance: «Le proposte di smantellamento sono state tutte rifiutate dal popolo. Solo una riforma equilibrata, che offre qualcosa ad ognuno e che chiede qualcosa a ciascuno, può essere concretizzata. La riforma più cara sarebbe una riforma sbagliata poiché le generazioni future dovrebbero compensare i deficit».

La Federazione delle aziende romande sostiene la riforma, ha affermato il suo vicedirettore Olivier Sandoz: «Garantire il futuro del nostro sistema di previdenza sociale è nell’interesse di tutti. Ecco perché quasi tutte le organizzazioni padronali e economiche romande sostengono la riforma Previdenza vecchiaia 2020. In più, l’aumento dei costi del lavoro che implica sono minori rispetto al piano «B», di cui parlano coloro che si oppongono alla riforma.

In fin dei conti, anche le donne possono sostenere questa riforma, ha indicato la presidente dei Verdi Regula Rytz: «Abbiamo evitato un peggioramento per quanto riguarda le donne che dispongono di un piccolo reddito e abbiamo compensato finanziariamente l’aumento dell’età di pensionamento. Perciò le donne che fanno i loro calcoli dicono SÌ alla riforma, concentrando le proprie forze per combattere le discriminazioni salariali».

In conclusione, il presidente del PBD Martin Landolt ha evidenziato come la riforma, oltre a offrire delle garanzie, renda il sistema più adatto alle attuali esigenze: «L’età di pensionamento sarà flessibile e gli odierni modelli di lavoro, come il lavoro a tempo parziale, saranno assicurati meglio. La riforma rinforza anche la solidarietà tra le generazioni poiché garantisce il futuro dell’assicurazione sociale.»

 

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