Subito 20 ispettori del lavoro in più
Il caso dei permessi facili, che scuote lUfficio della migrazione, ha evidenziato il problema delle ramificazioni nel mondo del lavoro. Un problema e un caso che non possono dunque essere circoscritti alla sola inchiesta in seno allAmministrazione pubblica, ma che secondo il Presidente del Partito Igor Righini impongono di vigilare al fine di lottare contro le irregolarità e lillegalità nel mondo del lavoro. I casi di abuso e sfruttamento sono denunciati quasi quotidianamente dai sindacati. Lo Stato non può semplicemente prenderne atto, ma deve attuare con le risorse massime di cui dispone per individuare, denunciare e perseguire chi agendo nellillegalità nuoce ai lavoratori, alla qualità del mercato del lavoro e alle aziende oneste. Le aziende e le imprese che commettono irregolarità, che sfruttano i lavoratori, che operano nellillegalità generano infatti anche una deleteria concorrenza sleale.
Il controprogetto contro il dumping salariale, votato dai Ticinesi, permette di assumere 20 ispettori del lavoro in più. A dicembre la Commissione tripartita aveva proposto di assumerne solo 9: una decisione contestata dal PS. La fragilità del mondo del lavoro, i casi di sfruttamento e lo scandalo dei permessi facili dimostrano che lo Stato deve avere un ruolo centrale nella tutela del mondo del lavoro e del tessuto economico. È dunque imperativo adottare il massimo potenziale del controprogetto e assumere da subito 20 ispettori del lavoro.
Ai ministri leghisti Manuele Bertoli dice: Basta tensioni con lItalia
In unintervista pubblicata dal Caffè, Manuele Bertoli critica la dichiarazione di Norman Gobbi relativa alla nazionalità italiana, al momento dellassunzione, dellimpiegato dellUfficio migrazione sotto inchiesta nel caso dei permessi facili.
Non cè proprio la necessità di esacerbare le relazioni con lItalia. Questo dovrebbero capirlo sia i ministri che i deputati della Lega. Che ci siano dei problemi aperti tra il Ticino e le regioni italiane di confine è un conto, tuttaltro sono certe uscite che generalizzano, esprimendo per di più giudizi di valore. Sortite poco opportune ha affermato il Consigliere di Stato socialista, che ha evidenziato anche il bisogno di uscire al più presto dalla cappa opprimente costituita dal clima ostile che i partiti populisti generano nei confronti degli stranieri anche perché afferma Manuele Bertoli se ci sono dei problemi sul mercato del lavoro, non li hanno creati i frontalieri, ma chi li impiega con retribuzioni che alimentano il dumping salariale. Un segnale di cambiamento può arrivare solo dalla popolazione riducendo il sostegno a quelle forze che sono cresciute fomentando questo clima. Solo così il discorso politico potrà tornare alla normalità.
Comitato cantonale del 22 febbraio a Bellinzona
Il PS non sostiene il referendum di Nenad Stojanovic
Al termine di uninteressante discussione che ha dimostrato come il PS sappia accogliere il dibattito aperto, in cui le voci e le posizioni discordanti possono confrontarsi apertamente nel rispetto dellopinione altrui, il Comitato cantonale ha deciso (24 voti contrari e 12 a favore) di non sostenere il referendum sulla legge dapplicazione delliniziativa del 9 febbraio 2014 lanciato da Nenad Stojanovic.
La Giso ha presentato una mozione a favore del sostegno del referendum, presentata al Comitato da Aramis Gianini, Fabrizio Sirica e Giulio Bozzini. Nenad Stojanovic ha introdotto la trattanda, presendando gli argomenti a sostegno del referendum. Un referendum facoltativo che ha avuto il merito di smascherare la strategia e il discorso dellUDC che ha criticato aspramente la legge dapplicazione delliniziativa del 9 febbraio, ma che non ha lanciato un referendum né sostenuto quello di Nenad Stojanovic. Secondo la Giso questo referendum avrebbe permesso di continuare a mettere in luce le contraddizioni dellUDC chiamando il popolo a un utile verdetto al riguardo.
Di opinione contraria Carlo Lepori che ha espresso anche il parere della Direzione: alle Camere il Gruppo PS ha sostenuto e votato la legge dapplicazione. Una soluzione ragionevole al paradosso generato dalliniziativa del 9 febbraio, in contrapposizione con la via bilaterale ugualmente votata a più riprese dal popolo.
Contrari al sostegno del referendum anche Manuele Bertoli, Marina Carobbio e Ivo Durisch. Manuele Bertoli ha sottolineato come il nodo della questione siano gli accordi bilaterali e che il referendum in questione non lo risolverebbe. Marina Carobbio ha affermato che sostenere il referendum rischia di rilanciare la destra e che decidere di appoggiarlo significa anche impegnarsi attivamente nella raccolta delle firme. Ivo Durisch ha presentato i motivi per cui il Gruppo PS in Gran Consiglio ha rifiutato la proposta diniziativa formulata daFiorenzo Dadò, appoggiando le opinioni contrarie espresse dagli altri esponenti.
No alla chiusura degli uffici postali
Lintervento di Marco Forte, del sindacato Syndicom, ha introdotto la trattanda relativa alla chiusura degli uffici postali. La Posta prospetta di chiudere 32 uffici postali in Ticino, così come la possibile chiusura di 46 uffici supplementari nei prossimi 3 anni, su un totale di 113.
Syndicom ha elaborato una mappa che permette di visualizzare linaccettabile risultato in Ticino causato dalla decisione della Posta. Giulio Bozzini e Marina Carobbio hanno presentato la proposta di risoluzione Per un servizio pubblico di qualità per tutti, stop alla chiusura degli uffici postali, accettata allunanimità. La chiusura degli uffici postali non è conforme al mandato di servizio pubblico che La Posta è tenuta a garantire. La risoluzione chiede che questa serie di chiusure venga bloccata, che nelle agenzie sia garantito limpiego di personale qualificato e chiede ai suoi rappresentati a livello cantonale, comunale e federale di attivarsi contro questo smantellamento del servizio pubblico.
– Risoluzione “Per un servizio pubblico di qualità per tutti, stop alla chiusura degli uffici postali”
Un’educazione di qualità con una scuola inclusiva ed equa
Carlo Lepori ha presentato il documento “Sette punti del PS per uneducazione di qualità con una scuola inclusiva ed equa” elaborato al fine di contribuire attivamente alla riflessione e al dibattito che accompagnano il mutamento in seno alla scuola.
Il Partito Socialista crede in una scuola inclusiva ed equa, attenta a fornire a tutti i giovani gli strumenti necessari per questa fondamentale crescita. La riforma della scuola dellobbligo è un processo le cui conseguenze sono capitali per il futuro dei giovani e delleducazione.
Il Partito Socialista ritiene perciò necessario che sia dato ascolto alla voce di docenti, associazioni e sindacati che intendono illustrare le preoccupazioni riguardo al carico di lavoro supplementare che la riforma della scuola implica. Questo affinché vi sia una dimensione partecipativa alla mutazione della scuola e chi ci lavora venga coinvolto.
– Il documento sulla scuola del PS
– Consultazione “La scuola che verrà”
Sì alla risoluzione per lidroelettrico ticinese
Bruno Storni ha esposto gli elementi e gli argomenti della sua proposta di risoluzione a sostegno del settore idroelettrico ticinese. Dopo avere ricordato lintenzione di riduzione del personale nel settore in Ticino, una quarantina di posti di lavoro, Bruno Storni ha spiegato le ragioni della crisi dellidroelettrico ticinese. La liberalizzazione del mercato fa sì che le aziende di distribuzione acquistino energia meno cara rispetto allidroelettrico, ad esempio lenergia da carbone.
Le aziende distributrici sono una concausa della crisi del settore e vincolarle allacquisto di energia del settore idroelettrico ticinese (5cts/kWh) invece di permettere loro di acquistare energia non rinnovabile (2-3cts/kWh), alla luce del prezzo a cui le aziende la rivendono (fino a 20cts/kWh), non le manderebbe di certo in malora.
Il Comitato cantonale ha adottato la risoluzione proposta da Bruno Storni, che chiede alle sezioni PS di attivarsi presso i municipi affinché le aziende di cui sono proprietari o a cui partecipano acquistino energia idroelettrica ticinese.
Il 90% dei Ticinesi vuole limitare il traffico di camion attraverso le Alpi!
L80% della popolazione svizzera vuole che il trasporto delle merci attraverso le Alpi vada su rotaia e che il limite annuale di camion in transito resti di 650’000.
I risultati del sondaggio dellIniziativa delle Alpi è chiaro: il 70% della popolazione vuole che questo limite massimo venga mantenuto mentre il 10% vorrebbe andare oltre e ridurlo.
In Ticino, particolarmente toccato dallimpatto del traffico di mezzi pesanti, circa il 90% vuole raggiungere lobiettivo di 650’000 camion fissato dalla legge sul trasferimento del traffico delle merci su rotaia o inasprirlo ulteriormente.
Marina Carobbio ha affermato: Con ogni camion in meno che attraversa le nostre Alpi, laria che respiriamo diventa migliore! Il superamento dei limiti delle polveri fini nel nostro Cantone e in particolare nel Mendrisiotto, che abbiamo purtroppo vissuto nelle scorse settimane e che si ripete in questi giorni, mostra la necessità di agire rapidamente! Non basta ricorrere alle pur necessarie misure d’urgenza. Per evitare il superamento dei limiti delle sostanze inquinanti nell’aria e quindi evitare le gravi conseguenze per la nostra salute e l’ambiente, si deve ridurre il numero di automezzi pesanti. Il rapporto sull’impatto ambientale del traffico merci attraverso le Alpi, pubblicato dall’Ufficio federale dell’ambiente, mostra chiaramente l’incidenza del traffico, e in particolare del traffico pesante, nel superamento dei limiti degli inquinanti atmosferici.
STOP allesportazione di materiale bellico verso i paesi e le regioni instabili
La Svizzera continua nellesportazione di materiale bellico verso degli Stati implicati in conflitti armati o in cui i diritti umani sono regolarmente violati come lArabia Saudita, il Pakistan o lIndia.
Il PS esige larresto immediato di queste esportazioni e chiede la stretta osservanza del divieto desportazione di materiale bellico «verso i paesi implicati in conflitti armati interni o internazionali», esplicitamente definito dall’Ordinanza concernente il materiale bellico.
Lenergia nucleare non ha futuro
Nel 2016 la produzione di energia delle centrali nucleari è scesa dell8%, mentre nel 2015 era già diminuita del 17%. Le centrali di Beznau e di Leibstadt, in cattivo stato, sono state a lungo ferme per problemi, guasti e revisioni. Dopo un fermo di sei mesi, una settimana fa la centrale dei Leibstadt è stata riallacciata alla rete ma è stata immediatamente fermata a causa dellennesimo problema.
Revisioni, riparazioni e guasti a catena che dimostrano se mai ce ne fosse ancora bisogno che lenergia nucleare non ha futuro e che il rischio di un incidente nucleare non può essere escluso. La serie di problemi e di guasti accelera il conto alla rovescia del nucleare: le vecchie centrali svizzere vanno spente definitivamente al più presto e, in ogni caso, prima che una catastrofe possa dimostrare che è troppo tardi.
Iniziativa per più trasparenza nel finanziamento della politica
È in corso la raccolta firme per l’iniziativa che richiede trasparenza nel finanziamento della politica. L’opacità in questo ambito nuoce infatti alla corretta informazione dei cittadini e alla democrazia. Firma anche tu e invita a firmare l’iniziativa per la trasparenza:
- Iniziativa per la trasparenza: il formulario per la raccolta firme