Lo schiacciante rifiuto della Riforma III dellimposizione delle imprese, espresso oggi dal popolo, ha mostrato il «cartellino rosso» alla politica fiscale e finanziaria portata avanti dalla destra. Un NO deciso e inappellabile ai privilegi offerti alle multinazionali e alle grandi imprese a danno della popolazione. ?Sebbene la destra abbia cercato in tutti i modi di fare passare questa riforma, pronunciando anche slogan allarmistici, il popolo non sè lasciato abbindolare. Nemmeno i parecchi milioni spesi dalle lobby delleconomia a sostegno della riforma hanno potuto cambiare il corso degli eventi.
Con questo NO, il popolo ha espresso un chiaro messaggio al Consiglio Federale e al Parlamento: la politica fiscale e finanziaria portata avanti dai partiti di maggioranza non è accettabile.
Questo risultato comporta una reale svolta dellattuale legislatura. Larroganza della destra e gli smisurati mezzi economici delle lobby economiche non hanno avuto la meglio sulla capacità di giudizio della popolazione.
Questo risultato netto e chiaro implica anche un messaggio per il Ticino, in cui il PS e la sinistra si sono battuti da soli contro la Riforma III, contrariamente a quanto avvenuto nel resto della Svizzera. Le forze di maggioranza del Canton Ticino devono orientare la propria politica al volere espresso in modo inequivocabile dal popolo Svizzero.
Il Sì del popolo alla naturalizzazione agevolata degli stranieri di 3a generazione è una buona notizia per cui ci rallegriamo ed è anche motivo di soddisfazione. I votanti hanno rivolto un messaggio positivo ai concittadini più integrati, nati e cresciuti in Svizzera e che pagano le imposte nel nostro Paese. Verranno dora in poi integrati a una procedura di naturalizzazione facilitata che il nostro Cantone, va ricordato, riconosce già anche per gli stranieri di 2a generazione.
Il Sì a FORTA poserà sulle finanze della Confederazione poiché, ogni anno, verranno prelevati direttamente 600-700 milioni in un periodo in cui i partiti di maggioranza stanno già portando avanti dei pacchetti finanziari di risparmio. Oltre a non risolvere i problemi di mobilità, FORTA comporterà un problema per le finanze della Confederazione. Il PS ritiene che vadano trovate delle compensazioni attraverso delle entrate e non solo con ulteriori tagli e misure dausterità.
Il NO ha vinto contro una politica aspra e dura attuata dai partiti di maggioranza e dal Consigliere di Stato, responsabile del DSS, Paolo Beltraminelli. I Ticinesi hanno rifiutato che gli utenti dei servizi di assistenza e cura a domicilio facciano le spese di tagli e misure di risparmio. Il messaggio espresso dal popolo ai partiti di maggioranza è chiaro: le risorse vanno cercate altrove. NO anche a un pericoloso principio iscritto nella legge, secondo cui agli utenti dei servizi poteva essere fatturata una tassa giornaliera. Lesito di questo voto dimostra che i partiti di maggioranza devono essere più attenti ai bisogni della popolazione. In questo caso è stata proprio la popolazione a dare un chiaro segnale in tal senso.
Laccettazione dei tagli alle prestazioni sociali peserà sulle condizioni di vita delle fasce più fragili della popolazione. Il 47,5% dei Ticinesi si è comunque espresso contro i tagli agli assegni integrativi per i figli e ai sussidi cassa malati. Questo risultato invita i partiti di maggioranza a correggere la loro linea politica e a una maggiore attenzione ai bisogni della popolazione.
Sebbene la modifica delle soglie Laps non sia stata rifiutata nelle urne, il PS ritiene che le fasce più deboli della popolazione debbano essere rappresentate e maggiormente ascoltate. Continueremo perciò a batterci perché i più deboli e i ceti meno abbienti non vengano esclusi. I fatti dimostrano che i tagli alla socialità non sono una soluzione. Dal 2014 ad oggi sono stati tagliati 55 milioni nella socialità mentre i beneficiari dellassistenza, da inizio 2014 a ottobre 2016, sono passati da 6000 a 8000.
Durante questa campagna, i partiti di maggioranza hanno più volte sostenuto che non ci saranno più ulteriori tagli alla socialità. Il Partito Socialista ribadisce che queste promesse vanno assolutamente mantenute.
Il Consiglio della Magistratura ha scritto che senza la diminuzione del carico di lavoro, la riduzione dellorganico dellUfficio dei provvedimenti coercitivi non è sostenibile. Il risultato delle urne conferma la decisione del Consiglio di Stato. Il PS teme le conseguenze dellesito del voto sulla qualità della giustizia e che la popolazione debba comunque pagarne il prezzo.