Il messaggio è chiaro: il 12 febbraio diciamo “STOP AI TAGLI!” e votiamo NO ai tre referendum

Il prossimo 12 febbraio i Ticinesi saranno chiamati alle urne per esprimersi su tre oggetti di voto federali e per quattro cantonali: uno riguarderà la legge sulla protezione degli animali, mentre gli altri tre saranno dei referendum sui tagli supplementari decisi dalla maggioranza parlamentare con la manovra di rientro.

Il Comitato “STOP AI TAGLI!” riunisce più partiti – PS e GISO, PC, POP, i Verdi del Ticino; dei sindacati – VOPD, USS, UNIA e anche l’OCST ha aderito esprimendosi in favore del NO alla riduzione delle prestazioni sociali. Nel Comitato anche le associazioni SOS sanità, socialità, scuola e per un oggetto anche l’ACSI. Il messaggio espresso è chiaro e forte per il NO ai tagli nel sociale.

Ticinonews ha intervistato  Igor Righini, presidente del PS Ticino, per capire meglio la linea del Partito Socialista in vista di questo importante voto:

 

Tra i tre referendum, ve n’è uno sulla riduzione dei giudici dei provvedimenti coercitivi, con l’obiettivo di risparmiare 256mila franchi. Un risanamento minimo delle finanze cantonali… Non si corre il rischio che il cittadino non capisca perché e come votare per una cifra ovviamente importante, ma esigua se considerata su scala annuale, a livello cantonale?
“Assolutamente no, anche perché l’autonomia della giustizia è fondamenfale per mantenere l’ordine pubblico in questo paese. Non si può risparmiare sulla giustizia: proprio il fatto che si tratti di una misura esigua ci spinge a dire di non fare tagli ridicoli.”

In questi giorni si è discusso delle dimissioni di Nicola Corti e c’è chi ha proposto di non sostituirlo. Pensa che si possa risparmiare sulla Procura o vi opporrete nel caso in cui si volesse concretizzare quest’idea? La politica si immischia troppo?
“Io spero che non debba più perdere il mio tempo per oppormi a questioni di questo tipo. La giustizia va lasciata operare in piena autonomia, non si può approfittare di qualsiasi evento per rimettere in questione il funzionamento dello Stato. Se sussiste il bisogno, proporremo una riforma sulla giustizia, ma non si approfitti ogni volta per uscirsene con queste idee. Sono questioni che non vanno poste, va rispettata la separazione dei poteri… Se vogliamo migliorare il sistema, discutiamone.”

Veniamo agli altri due referendum, dalle cifre più consistenti. I tagli nel preventivo dove andrebbero fatti altrimenti? Si va sul sociale perché è comunque un po’ “ingombrante”?
“Il sociale serve a garantire la pace sociale. Occorre intervenire dove le famiglie hanno più bisogno: lo Stato interviene per dare a queste persone quelle misure che l’economia non sa distribuire. Spesso siamo di fronte a persone che lavorano, percependo dei salari che non permettono di arrivare a fine mese. Con lo Stato sociale non si scherza, non a caso in Ticino l’assistenza sta esplodendo: vogliamo rivedere tutto, smantellando le prestazioni fondamentali? Noi diciamo di no…”

“Il ministro Vitta poi, lunedì sera, (al dibattito di Democrazia Diretta su RSI La1 ndr) ci ha invitati a guardare al futuro, ma noi siamo i primi che hanno voglia di farlo. Però non si può usare salario mediano di 5’500 franchi per raccontare che tutti stanno bene: purtroppo ci sono anche persone che stanno peggio e se si vuole essere oggettivi bisognerebbe dire che nel nostro cantone si prendono mediamente 1’000 fr. in meno che nel resto della Svizzera: da noi il 25% dei salariati percepiscono stipendi vicino alla soglia di povertà e questo dato è superiore a tutto il resto del paese. Non si può far finta di non vedere, invitando alla progettualità. Questi errori vanno rivisti! Non diciamo che non si deve tagliare da nessuna parte, ma ci siamo opposti a queste tre specifiche misure. Se siamo andati a referendum è perché la commissione della gestione ha rifutato di entrare nel merito: ci dimostrino dove sta questa progettualità futura, per il momento constato solo che nel corto termine, se la popolazione dovesse seguire le indicazioni del parlamento, metteremmo in difficoltà molte persone.”

Cosa cercherete di fare, da qui al 12 febbraio, per convincere i ticinesi sull’importanza dei tre referendum? Se dovesse sceglierne uno, quale sarebbe il più importante per lei?
“Tutti e volutamente abbiamo costruito un pacchetto con tutti e tre insieme. Per sensibilizzare abbiamo organizzato per sabato una manifestazione a Bellinzona, in Piazza Governo. Offriremo anche un piatto di pasta e fagioli per dare forza a cittadini che hanno voglia di affrontare il freddo. Questa tra l’altro non è un’azione del PS, ma di un gruppo trasversale di persone con forze sindacali miste (UNIA, OCST e VPOD) che ci appoggeranno e con loro anche Verdi, PC e POP.”

 

* intervista di e pubblicata da Ticinonews

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