Nella sua ultima seduta di legislatura il Gran Consiglio si appresta ad approvare una nuova Legge per l’azienda Elettrica Ticinese (AET). Essa chiarisce alcuni punti importanti: l’aET resta un’azienda pubblica e il Consiglio di Stato dovrà assumersi la responsabilità politica della gestione dell’azienda.
Sono invece buttate via le competenze che il Gran Consiglio aveva conquistato in questi anni confrontato con decisioni a volte improvvide di AET come la possibilità di seguire da vicino le operazioni di AET tramite la «Commissione del controllo del mandato pubblico di AET».
La nuova Legge AET lascia al Parlamento solo una cosiddetta «alta vigilanza» cioè la possibilità di valutare solo a posteriori l’andamento dell’azienda perdendo la possibilità di intervenire quando necessario.
Nonostante l’appello dell’associazione per la difesa del Servizio pubblico e le proposte di emendamento del PS la Commissione parlamentare ha voluto aderire al 100% alla proposta del Governo.
A questo punto il PS presenterà in aula una serie di emendamenti per mostrare che sono possibili e auspicabili soluzioni che non tolgono completamente al Gran Consiglio le sue prerogative.
l’approvazione del documento che indica la strategia del proprietario la possibilità di ottenere informazioni direttamente ad AET l’approvazione del rapporto di gestione sono alcune delle competenze che il PS considera il minimo necessario per non escludere del tutto il Parlamento dalla politica energetica cantonale.
Che il disegno di legge non riprenda alla lettera quanto deciso in votazione popolare sulla centrale a carbone di Lünen e che non citi l’obbligo di un Contratto collettivo di lavoro sono due ulteriori mancanze della Legge che ci è proposta.
Al PS non resta dunque che dire: «Così no!»