Una bottiglia mezza piena

La Destra populista non solo gode della maggioranza ma è dominante: nei luoghi del potere nei media nelle urne. Ma attenzione: se lascia il populismo e non va a stuzzicare la “pancia” della gente cioè se si azzarda a proporre qualcosa di concreto (e di solito si tratta di tagli tagli tagli sempre e solo tagli!) quella stessa Destra prende una legnata dietro l’altra. Conclusione: è maggioritaria solo nella paura. Invece nella gestione della cosa pubblica è un fallimento totale.

I risultati del voto di oggi non ci soddisfano completamente. Avremmo voluto vincere chiaramente su tutti e quattro i temi principali: salario minimo Gripen amnistia fiscale tagli ai sussidi di cassa malati. Ma siamo ottimisti e constatiamo che almeno sui sussidi e sui Gripen l’abbiamo spuntata.

Ma attenzione: guardiamo le percentuali. In Ticino il taglio ai sussidi è stato rifiutato dal 53% dei votanti. l’amnistia fiscale dal 47%. Questi due referendum sono nostri: noi li abbiamo voluti difesi realizzati. Noi abbiamo raccolto le firme senza gli altri partiti. Chi poi dopo a posteriori è saltato sul carro a posteriori ha fatto solo una manovra di squallido opportunismo politico. Non solo: il salario minimo ha ottenuto in Ticino il 32% dei Sì. Insomma una persona su 3 ritiene necessario porre un freno alla concorrenza al ribasso sui salari. Questo è indizio di un malessere diffuso e profondo in un mercato del lavoro devastato dallo sfruttamento dal dumping dalla precarietà. E proprio chi il 9 febbraio aveva difeso il contingentamento dei lavoratori stranieri poi oggi si è schierato contro il salario minimo ossia l’unica vera difesa per le lavoratrici e i lavoratori.

Oggi possiamo dire che le percentuali ticinesi sono espressione di una volontà popolare ampia di una grande fetta della popolazione che ci segue perché percepisce e apprezza il nostro impegno per una società più solidale e più equa. Sono tutti voti per la Sinistra.

Salario minimo

Il salario minimo sarebbe stato l’unico baluardo contro il dumping salariale. Purtroppo la campagna ipocrita tenuta da chi difende gli interessi padronali ha saputo dividere i lavoratori come è già spesso accaduto in passato. E non diciamo “ipocrita” a caso: dove sono queste persone che nelle ultime settimane ci hanno tanto decantato la superiorità dei contratti collettivi rispetto al salario minimo legale quando quei contratti si tratta di firmarli davvero? Non ci sono infatti: a dimostrazione che si tratta solo di opportunismo politico.
La campagna condotta dai contrari ha potuto contare su molti mezzi ed è stata "angosciante". Molte persone hanno temuto di perdere il proprio posto di lavoro tanta è stata l’insistenza e la paura insinuata nelle lavoratrici e nei lavoratori dagli avversari.
Ora sul salario minimo abbiamo perso. Ma proprio per questo nei prossimi anni chiameremo il mondo dell’aconomia a rendere conto delle sue dichiarazioni degli ultimi mesi. E ci aspettiamo contratti collettivi dappertutto come se piovesse.
In Ticino il Governo e il Parlamento devono comunque rispondere alle legittime preoccupazioni della popolazione. E devono lavorare per soluzioni che permettano l’adozione di contratti di lavoro con salari minimi che non si distanzino come accade ora dai 4’000 franchi chiesti dall’iniziativa. Il Partito Socialista continuerà a impegnarsi per permettere ai cittadini e alle cittadine di questo Cantone di contare su un salario dignitoso per arrivare serenamente alla fine di ogni mese. In questa prospettiva già nei prossimi giorni presenteremo in una conferenza stampa la nostra posizione in vista dell’asame dell’iniziativa tuttora pendente in materia salariale.

Gripen

Il buon senso infine ha prevalso: niente Gripen. La campagna a favore del Sì per quanto inquinata da manovre e pressioni esterne non ha ottenuto il risultato sperato e il popolo ha bocciato l’acquisto di 22 aerei da guerra (sì da guerra perché è a questo che sarebbero serviti) inutili e costosi. 10 miliardi risparmiati. 10 miliardi che sarebbero stati sprecati per l’acquisto la manutenzione e la gestione di apparecchi inutili. Molti di questi soldi ora potranno essere usati per scopi più utili: la formazione la ricerca lo sviluppo delle energie rinnovabili la sanità i trasporti pubblici la socialità.

Amnistia fiscale cantonale

Ne prendiamo atto: chi negli ultimi 10 anni ha frodato il fisco non solo verrà messo in condizione di non pagare alcuna multa ma godrà perfino di uno sconto del 70%. Inutile dire quanto sia iniquo tutto ciò. E quanto offensivo per chi invece onestamente ha pagato le imposte fino all’ultimo centesimo.
Tuttavia rileviamo pure che ben il 47% ha respinto l’amnistia fiscale cantonale: una porzione importante della cittadinanza che ha rifiutato l’ingiustizia e ha seguito il Partito Socialista. Che lo ricordiamo da solo s’è battuto per questo referendum e ha raccolto le firme che lo hanno reso possibile.
Ricordiamo pure che il Partito Socialista aveva avvisato più volte e con insistenza il Consiglio di Stato e Parlamento che l’amnistia fiscale cantonale potrebbe essere incompatibile con il diritto federale. Se l’istanza giuridica lo confermerà la maggioranza parlamentare dovrà assumersi la responsabilità di aver voluto a tutti i costi uno strumento non compatibile con il diritto federale e spiegare alla cittadinanza perché si sono rifiutati di effettuare la verifica giuridica prima di arrivare al voto.

Tagli ai sussidi di cassa malati

Pericolo scampato: i tagli ai sussidi di cassa malati sono stati respinti. Migliaia di persone e di famiglie in difficoltà possono tirare il fiato. E noi con loro. Per una misura antisociale sulla quale nemmeno si sarebbe dovuto votare se la legge fosse stata studiata meglio. Infatti la riforma avrebbe potuto essere bloccata sul nascere se la Lega non l’avesse approvata in Consiglio di Stato e poi in Parlamento salvo poi cambiare casacca quando ha sentito il vento mutare direzione. Che senso ha votare gente che poi non sa nemmeno usare il potere quando ce l’ha?
In ogni caso il Partito Socialista è particolarmente soddisfatto di aver lanciato il referendum raccolto le firme e combattuto con una misura ingiusta e antisociale dimostrando ancora una volta con i fatti di essere vicino alle cittadine e ai cittadini e di essere sempre pronto a difendere concretamente la socialità.

Cure mediche di base

Il decreto federale concernente le cure mediche di base ha superato la prova delle urne come noi ci auguravamo. Di conseguenza i Cantoni e la Confederazione saranno obbligati ad aumentare l’offerta delle cure mediche di base e a rafforzare il sistema dei medici di famiglia che sono un pilastro essenziale dell’offerta sanitaria del nostro Paese. La qualità delle cure mediche in Svizzera è fra le migliori del mondo ma la penuria di medici di famiglia a causa dei prossimi pensionamenti sarebbe potuta diventare un grosso problema. Questo decreto federale arriva dunque al momento giusto.

Pedofilia

Il tema in votazione ha suscitato intense reazioni emotive. Comprensibilmente. Il risultato purtroppo è il successo di un’iniziativa che pur con le migliori intenzioni non distingue la gravità dei reati condannando tutti a subire per tutta la vita le stesse conseguenze. Comprendiamo le ragioni del Sì ma avremmo preferito che prevalesse una maggiore razionalità.

Freno ai disavanzi

Il freno ai disavanzi è stato approvato. Non possiamo dirci soddisfatti perché la modifica costituzionale richiederà il voto di 2/3 del Gran Consiglio per l’aumento del moltiplicatore ma non fa altrettanto per la sua diminuzione: un’asimmetria assurda che in fondo è solo un trucco per rendere inapplicabile il meccanismo di riequilibrio delle finanze cantonali.

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