Una richiesta di aiuto. Anzi un grido: questa è l’interpretazione data da Christian Levrat al risultato emerso dalle urne il 9 febbraio scorso. E questa ha proposto al centinaio di persone presenti al Palazzo dei Congressi la sera di martedì 25 marzo all’apertura del Comitato Cantonale del PS Ticino. Il presidente del PSS ha però mostrato anche come la risposta a quel grido offerta dall’iniziativa sia del tutto inadeguata anzi di fatto inutile. I contingenti non ridurranno affatto la pressione sul mondo del lavoro. Anzi paradossalmente proprio chi ha vinto il 9 febbraio si trova oggi a chiedere i contingenti più numerosi per la propria realtà contale
compreso il Ticino. Anche la priorità alla manodopera locale sarà una misura facile da aggirare. E per premere sui salari ci sarà sempre la possibilità di ricorrere ai lavoratori stagionali.
In realtà servirebbero misure più incisive: una maggiore attenzione per le regioni di frontiera una revisione del sistema fiscale un’estensione dei contratti collettivi di lavoro controllo più capillari ed efficaci…
…ma soprattutto l’unica e vera soluzione definitiva: il salario minimo. La soluzione che porrebbe fine per sempre senza scampo al dumping salariale. Oggi 430 mila persone guadagnano meno di 4’000 franchi al mese. Di queste i 3/4 sono donne evidenziando uno specifico problema di discriminazione di genere. Questo è possibile perché alle imprese viene concessa la libertà di decidere i minimi salariali mettendo in concorrenza fra loro i lavoratori per il salario. Mentre con un salario minimo garantito la concorrenza sarebbe solo sulle competenze e il talento.
Ma gli ambienti dell’aconomia non ne vogliono sentir parlare ha spiegato Levrat. Ci dicono giustamente che la libera circolazione è indispensabile per la crescita. Ma non vogliono poi trarne le conseguenze con la dovuta responsabilità. Se davvero avessero voluto difendere la libera circolazione in questi anni non avrebbero ostacolato le misure di accompagnamento i controlli i contratti collettivi di lavoro.
È necessaria una politica onesta lucida e creativa ha concluso il presidente del PSS. Perché gli elettori aspettano risposte concrete a problemi concreti. Risposte che si possono concretizzare per esempio con un pacchetto di misure mirate per il Ticino: un’azione per la quale il Partito Socialista si impegnerà a Berna. E proprio in Ticino il salario minimo è urgente e va votato con convinzione. Passerà anche a livello nazionale? Al di là del risultato finale anche l’asito del voto nei singoli Cantoni sarà un segnale prezioso per la politica federale.
Al termine del discorso di Christian Levrat sono seguite parecchie domande stimolanti. Per esempio sugli effetti del salario minimo sul livello generale dei salari: si è scoperto così che il minimo garantito ha un effetto positivo anche sugli altri salari che automaticamente vengono pure elevati. E si è pure discusso delle conseguenze per le piccole imprese rivolte al mercato interno e impossibilitate a delocalizzare.
Il Comitato cantonale è poi proseguito con la presentazione e il voto dei presenti sui temi cantonali e federali con le comunicazioni della direzione con l’annuncio degli eventi e dei dibattiti dei prossimi mesi quasi tutti dedicati ai temi in votazione in 18 maggio e a seguire alla cassa malati unica su cui si voterà in autunno.