All’inizio del mese di maggio di quest’anno il Movimento svizzero dei sans-papiers lanciava la petizione « Stop all’ipocrisia! ». Nello spazio di cinque mesi quasi 20’000 persone hanno firmato la petizione attraverso la quale il Movimento rivendica maggiori diritti per i sans-papiers e la fine della politica ipocrita nei loro confronti.
Più di 100’000 persone vivono in Svizzera prive di uno statuto legale.
Sono accettati volentieri per la loro « forza lavoro » ma gli vengono rifiutati i diritti fondamentali. Da anni ormai la Svizzera si rifiuta di condurre una politica che permetta ai sans-papiers di uscire dalla clandestinità. Al contrario non fa che fabbricare illegalità del tutto inutilmente.
La petizione propone una serie di rivendicazioni concrete al Consiglio federale e al parlamento tra cui la fine immediata delle espulsioni forzate e l’introduzione di condizioni che permettano la regolarizzazione delle persone senza statuto legale che risiedono in Svizzera. Per quanto concerne la regolamentazione attualmente in vigore ossia quella delle ragolarizzazioni per « casi di rigore » Marianne Halle del CCSI Ginevra (Centre de Contact Suisses-Immigrés) la ritiene insufficiente : « Al contrario che offrire una reale opportunità di regolarizzazione della loro situazione attraverso questa domanda le persone prive di statuto legale rischiano ancora oggi l’aspulsione e questo anche dopo molti anni di soggiorno in Svizzera. Bisogna ammettere che la prassi della regolamentazione per « casi di rigore » non funziona. »
Principio per una soluzione: la regolarizzazione collettiva
La politica migratoria elvetica crea sempre più sans-papiers spingendosi così ai limiti della logica. Donato Di Blasi del Movimento dei Senza Voce manifesta un’esigenza diretta al Consiglio federale « La politica della Svizzera nei riguardi dei sans-papiers è una delle più grandi ipocrisie della nostra attuale politica interna. Dal momento che anche la Signora Consigliera federale Simonetta Sommaruga lo ha recentemente riconosciuto deve ora preoccuparsene. Oggi chiediamo quindi un reale cambiamento di direzione »
A proposito delle misure che potrebbero essere messe in atto alfine di concretizzare un tale cambiamento Moreno Casasola spiega « È venuto il momento di prevedere delle soluzioni efficaci e realizzabili. Per far ciò è sufficiente dare uno sguardo retrospettivo al di là delle frontiere svizzere per riconoscere che nessun’altra via politicamente oggettiva e pragmatica permette di eludere il principio di una regolarizzazione collettiva. »
Più di 100 organizzazioni e partiti politici hanno sostenuto la petizione e le rivendicazioni ad essa collegate.