Dei due miliardi di franchi di utili previsti Swisscom vuole ripartirne un miliardo tra gli azionisti. La richiesta di un aumento salariale del 3% per tutti è da considerarsi una richiesta moderata che farebbe aumentare di 90 milioni i costi salariali. Pur tuttavia Swisscom non vuol saperne di equità e preferisce ripartire alti dividendi tra gli azionisti piuttosto che concedere ai suoi dipendenti aumenti salariali moderati. Il Sindacato della Comunicazione ha perciò interrotto le trattative salariali con Swisscom il che rende inevitabile il ricorso al tribunale arbitrale.
Swisscom è un’azienda che fa registrare alti profitti e costituisce la punta di diamante tra le aziende europee di telecomunicazioni. Questi profitti sono stati ottenuti da migliaia di dipendenti altamente motivati che anno dopo anno vengono messi sempre più sotto pressione dal loro datore di lavoro. Dal 2009 al 2010 il valore aggiunto lordo per posto di lavoro a tempo pieno è salito da 285’000 a 293’000 franchi. Per fare un confronto il valore aggiunto lordo per posto di lavoro a tempo pieno nel settore IT è di 147’000 franchi nell’industria di 141’500 franchi e nel settore terziario di 129’000 franchi. «Ancora di più del valore aggiunto lordo è salita da Swisscom la produttività» spiega Giorgio Pardini vicepresidente del Sindacato della Comunicazione «e per essere precisi di ben oltre il 3%».
l’aumento della produttività costituisce la base per le richieste salariali del Sindacato della Comunicazione. Per far sì che il potere d’acquisto dei dipendenti resti stabile e che si sviluppino di pari passo sia i consumi sia il gettito delle imposte sono assolutamente ineludibili aumenti salariali generalizzati per tutti. Siccome sugli utili da capitale non devono venire pagate le imposte e siccome gli effetti di questi utili sul mercato interno sono inferiori a quelli che hanno gli aumenti salariali l’atteggiamento di Swisscom è non soltanto un affronto nei confronti dei propri dipendenti bensì anche un fatto dannoso sì un danno vero e proprio per la nostra economia. In questo modo Swisscom infrange le linee strategiche delineate dal Consiglio federale il quale si attende che Swisscom segua una strategia aziendale sostenibile e improntata a principi etici nonché una politica del personale moderna avanzata e orientata alla responsabilità sociale.
Swisscom smantella centinaia di posti di lavoro solo per far crescere gli utili
Che Swisscom infranga le linee strategiche delineate dal Consiglio federale si vede anche dal fatto che l’azienda l’anno prossimo vuole smantellare centinaia di posti di lavoro senza che ve ne sia alcuna necessità di tipo economico. «La pressione sui dipendenti che cresce anno dopo anno produce come conseguenza molte brevi assenze per malattia e a un aumento del burnout» commenta con rabbia Giorgio Pardini vicepresidente del Sindacato della Comunicazione. All’azienda interessa solo e unicamente la soddisfazione dei propri azionisti. Questo non ha assolutamente niente a che fare con una strategia aziendale improntata al senso di responsabilità.
Già l’anno scorso le trattative salariali con Swisscom sono state laboriose e difficili. A febbraio Swisscom e il Sindacato della Comunicazione hanno trovato un accordo all’ultimo momento in che ha consentito di evitare il ricorso al tribunale arbitrale. Pochi mesi più tardi Swisscom ha annunciato con orgoglio che era stato possibile aumentare del 5% i dividendi agli azionisti. È evidente che Swisscom vuole ora ripetere lo stesso giochetto: defraudare i propri dipendenti degli aumenti salariali e allo stesso istante accontentare gli azionisti con dividendi più che sostanziosi nell’ordine di miliardi. Il Sindacato della Comunicazione non è disposto ad accodarsi a questo giochetto. Chiede pertanto al comitato aziendale del gruppo Swisscom di rivolgersi al tribunale arbitrale. Questo organo prenderà la sua decisione il 10 dicembre.
Berna 2 dicembre 2010
