La risoluzione del presidente del Gran Consiglio e dei capi gruppo al Consiglio federale sul disagio del Ticino nei confronti dei bilaterali è un atto declamatorio che non propone nessuna misura concreta. Oltretutto esso è stato deciso al di fuori del Parlamento senza alcun dibattito secondo una procedura inesistente e timorosa del confronto.
Le ragioni del voto negativo del Cantone Ticino devono essere analizzate seriamente sia dell’autorità cantonale sia dall’autorità federale per cercare le soluzioni da mettere in atto al più presto.
Secondo il Gruppo parlamentare socialista sono necessari come misure concrete:
l’introduzione a livello federale del salario minimo legale per tutti quei settori dove non esiste un contratto collettivo di lavoro;
l’aumento degli ispettori del lavoro con il relativo finanziamento federale;
l’introduzione di una base legale per richiedere alle ditte estere che lavorano in Ticino un deposito di garanzia per vincolarle meglio al rispetto delle normative di lavoro e salariali; in caso di non rispetto delle norme il deposito servirebbe quale risarcimento;
la borsa dei transiti alpini strumento per ridurre il traffico pesante sulle Alpi;
la responsabilità solidale delle imprese
Su questi punti il Parlamento ticinese e la deputazione ticinese alle Camere federali non sono purtroppo unanimi.