Tutti gli anni la stessa storia. Inesorabilmente. Costretti a lottare per l’identica battaglia: evitare tagli al sistema di riduzione dei premi di cassa malati (Ripam). A dire il vero, quest’anno eravamo convinti che avremmo risparmiato alle cittadine e ai cittadini di ripetere sempre le stesse cose visto che il risultato della votazione di settembre dell’iniziativa sul 10% è stato chiaro. E invece no. La maggioranza del Governo non solo non ha voluto fare un primo passo per applicare la decisione popolare, ma addirittura ha mantenuto un taglio sulla Ripam. Eccoci quindi alla vigilia della discussione del Preventivo 2026 a dover nuovamente raccontare la storia delle molte persone – questa volta arrabbiate per davvero – che hanno già ricevuto una risposta negativa alla domanda di riduzione dei premi per il 2026. Prendiamo un esempio per tutti. Madre sola con due figli adolescenti. Lei lavora, un lavoro normale. Il reddito imponibile della famiglia monoparentale è di fr. 49’000 annui che grazie al riconoscimento del rincaro e a un aumento della percentuale lavorativa sale a fr. 54’000 l’anno scorso. Nel frattempo, però, sale anche il costo della vita: affitto, prezzi dei supermercati, l’assicurazione auto, il caffè, la pizza e soprattutto aumentano i premi di cassa malati per tutta la famiglia. Mille franchi in più solo nel 2026. Per fortuna questa famiglia beneficiava di una riduzione di circa 1’400 franchi per figlio e di 800 franchi per la mamma: 3’600 franchi all’anno che aiutano a tirare il fiato.

Ed ecco la doccia fredda: la richiesta di riduzione 2026 dei premi LAMal è respinta. La motivazione è indicata nella decisione: “Per definire il reddito disponibile massimo è stata applicata la modifica secondo il messaggio n. 8619 del 29.9.2025 (Preventivo 2026 e ulteriori misure di riequilibrio finanziario, pag. 39)”. In sintesi nessun aiuto. Altro che misura tecnica che non ha una reale influenza come sostiene il Consiglio di Stato: la misura proposta (e già applicata senza base legale decisa dal Parlamento) annulla completamente l’effetto dell’evoluzione del costo della vita. Una scelta pensata, voluta e mirata per smussare le riduzioni dei premi per il ceto medio. Invece che andare nella direzione decisa dal Popolo, si vogliono tagliare 6,5 milioni che mancheranno a famiglie come questa. Invece che un passo in avanti, ne state facendo uno indietro!

E allora capisco la reazione di sfiducia, la voglia di lasciar perdere, tanto non cambia mai nulla, tanto fanno sempre quello che vogliono loro. E invece no. È il momento di non mollare la presa. Il momento di reagire. Ancora. Sempre. In Parlamento dapprima e poi nuovamente con tutti i mezzi democratici possibili. E poi nei bar, nei social e per le strade. Non ci stancheremo mai di lottare per una causa giusta.

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