Fatti e non fiabe

Da anni viene raccontata la stessa fiaba, a cui purtroppo molti credono: grazie al libero mercato e alla crescita economica, tutti possiamo vivere bene. Ma la realtà è ben diversa. In Svizzera, come altrove, la ricchezza e il benessere si concentrano sempre di più nelle mani di pochi, mentre la grande maggioranza della popolazione vive con salari stagnanti o al ribasso, affrontando costi della vita in aumento e prospettive sempre più incerte.
Quindi davvero vogliamo continuare a credere a questa fiaba? Davvero vogliamo continuare ad accettare che la ricchezza si accumuli in poche mani e che la gran parte della popolazione venga chiamata a pagare per delle crisi che non ha provocato?
Oppure prendiamo il coraggio di cambiare il sistema, ripensando a una migliore redistribuzione della ricchezza, per esempio approvando l’iniziativa per il futuro, in votazione il prossimo 30 novembre, introducendo così di fatto un’imposta sulle grandi eredità e donazioni – solo oltre i 50 milioni di franchi! – destinando i proventi a una politica climatica e sociale sostenibile. Una misura mirata, giusta e ragionevole, che chiede un contributo a chi ha l’occasione di beneficiare del sistema, peraltro non per un guadagno sul proprio lavoro ma per eredità o donazione. In soldoni (visto che fanno sempre gola), mettiamo che a te che stai leggendo dovesse (remotamente) capitare di ereditare un capitale di oltre 50 mio., per ogni franco superiore a questa cifra ne dovresti ridare mezzo alla collettività. Quindi se erediti 60 mio., 5 mio. sono l’imposta e te ne rimangono 55 mio. Penso che le cifre parlino da sé.
Però tu mi dirai che – come mettono in guardia le principali lobbies economiche e i partiti borghesi – così si rischia la “fuga di buoni contribuenti” e il “collasso economico”. Se così fosse, ti dico io, avremmo davvero un serio problema, perché significherebbe che un piccolo gruppo di super-fortunati sarebbe l’unico pilastro dell’intera prosperità nazionale. La verità è che anche questa è una fiaba. I dati e le esperienze internazionali smentiscono infatti questi spauracchi: la stragrande maggioranza delle persone benestanti e delle aziende resta in Paesi anche con tassazioni più eque, perché la stabilità, la qualità dei servizi, le infrastrutture, la manodopera qualificata, l’innovazione e la sicurezza contano più di un’aliquota marginale. Sostenere l’iniziativa vuol dire scegliere una Svizzera in cui la ricchezza contribuisca veramente al bene comune, non solo ai profitti privati. Significa dire basta alla fiaba del “in questo sistema tutti possiamo diventare miliardari e vivere felici e contenti” e alle minacce infondate di chi teme di perdere privilegi smisurati. Ricordandoci che la vera prosperità è quella condivisa: quella che assicura sicurezza, salute, formazione e un ambiente vivibile per tutte e tutti. Perché l’unico fatto certo, scientificamente provato e che purtroppo non è una fiaba è che stiamo mettendo a repentaglio il nostro pianeta e il futuro delle prossime generazioni.

articolo di Nancy Lunghi, PS Locarno, apparso il 12 novembre su LaRegione

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