Finché la barca va


Le discussioni sorte dopo l’approvazione delle due iniziative sui premi di cassa malati, le ripercussioni finanziarie e sul preventivo 2026 del Cantone dimostrano una volta di più l’incapacità politica di affrontare la tematica nel suo complesso. Dopo le promesse di un tavolo per giungere a un patto di paese non è più successo nulla, se non la fuga in avanti del super Norman, in perfetto stile arrocchesco e nel pieno rispetto della collegialità governativa… Allora, chi nel governo era stato preso in contropiede, magari tenendo i pugni in tasca, ha sottolineato, considerato il difficile momento che sta attraversando il Cantone, che era necessaria la coesione in ambito governativo. Adesso, sull’altare della coesione, silenzio assoluto da parte di chi è stato messo nuovamente nell’angolo.
In un precedente articolo avevo scritto che forse era il caso di riflettere su una possibile revoca del governo. A parte il fatto che se si volesse andare in questa direzione bisognerebbe muoversi, perché la revoca non può essere chiesta nell’ultimo anno della legislatura, sentendo e osservando chi sta scaldando i motori in previsione di possibili candidature per il governo, non mi faccio molte illusioni… Che si fa? Si lascia andare la barca? Fatico a credere che alla vigilia delle elezioni vengano prese decisioni drastiche perché saranno, giocoforza, per certi versi impopolari. Si vuole affidare nuovamente un mandato a qualche mega fiduciaria per analizzare i compiti dello Stato. “Déjà vu”, per esperienza personale nel secolo scorso. Studi costosi, “schubladisiert” come si dice oltre Gottardo.
Non bisogna inventare l’acqua fredda, ma solo vedere cosa ha fatto per esempio la Confederazione: affidare a un gruppo indipendente, composto da persone distanti dalle magagne ticinesi e non una volta di più ricorrendo alla Supsi, che mi sembra ultimamente un po’ come il prezzemolo su tutte le pietanze, un mandato di analisi della nostra situazione fornendo loro tutti gli elementi concernenti la macchina statale e la situazione finanziaria. Sulla base delle indicazioni e proposte che emergeranno, che piaceranno o non piaceranno, dopo una vasta consultazione nel Paese, toccherà alla politica assumersi le responsabilità e prendere le decisioni per un patto degno di questo nome evitando così che la barca, citata nel titolo, vada a fondo.

Articolo di Renzo Ambrosetti, già presidente nazionale UNIA, apparso il 6 novembre 2025 su LaRegione

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