Siete una famiglia con due figli adolescenti e avete un reddito imponibile di 100.000 franchi, allora pagate più premi per la cassa malati che una persona singola con un reddito imponibile di 300.000 franchi. Chi trova questo corretto e giusto, si risparmi il tempo per leggere il mio contributo. Chi invece trova come me, che questa ingiustizia vada almeno corretta, voti «sì» all’iniziativa per limitare al 10% del reddito i premi di cassa malati (come nei Grigioni) e «no» all’iniziativa che chiede la deduzione della spesa per i premi dalle imposte, perché non è niente altro che un ennesimo regalo fiscale – camuffato – per chi di regali non ha bisogno. Il 61% della popolazione del nostro cantone – con i premi più alti ed i salari più bassi – si troverebbe con premi abbassati se l’iniziativa cantonale venisse accettata, come fu il caso da noi per l’iniziativa federale analoga, bocciata purtroppo dalla maggioranza nella Tütschschwiz.
La destra nostrana, il Consiglio di Stato e due sindaci, preoccupati per i loro portafogli – non i loro privati – gridano al solito: «Costa troppo, non ci sono i soldi!». A furia di aver fatto regali fiscali ai ricchi, non resterebbero più soldi per aiutare questa volta invece lo stratartassato ceto medio, che tutti dicono di voler aiutare. Lasciatemi dubitare dell’ammontare di 300 milioni; sappiamo quanto sono forti i nostri ministri delle finanze a calcolare. Basta guardare «i miracoli» dei consuntivi in positivo dopo i preventivi dipinti in profondissimo rosso. Sergio Rossi, professore in economia e di grande competenza, parla di 150, al massimo 200 milioni. Soldi che ci sono – eccome – anche da noi. I Paperon de Paperoni in Ticino possiedono assieme un patrimonio di 35 miliardi. Tassare queste loro immense fortune con 1% non dovrebbe renderli troppo sfortunati, in quanto ogni anno, grazie alle speculazioni sui mercati finanziari, diventerebbero ugualmente ancora più ricchi. Fate voi i calcoli quanto il cantone potrebbe pagare con quell’1%. «Il salasso mensile del premio delle casse malati è generato in primo luogo dall’eccessivo consumo di prestazioni sanitarie di noi cittadini?». Vero? Semmai si tratta di un consumo indotto. Il nostro sistema sanitario è regalato dall’offerta, non dalla domanda e nel settore della medicina ambulatoriale vige la legge del libero mercato.
Che la «lobby sanitaria potentissima», cioè «Le tre sorelle di EFAS»: Industria farmaceutica, cliniche private e casse malati non vogliono risparmiare, sta nella logica assurda del sistema: più costi – come poter ridurli vi spiego un’altra volta – generano automaticamente premi più alti, è come aumentare le imposte, ma questi premi imposti non si pagano secondo il reddito, bensì essi sono uguali per la miliardaria come per la sua donna delle pulizie. Limitare i premi al 10% del reddito è un primo passo nella giusta direzione, un atto di medicina palliativa per lenire i dolori di chi non ne può più. La cura di base deve seguire.
articolo di Beppe Savary-Borioli, deputato in Gran Consiglio Forum Alternativo, apparso il 19 settembre 2025 sul CdT