Sì alla 10%, sì alla solidarietà

Il 28 settembre saremo chiamati a votare sull’iniziativa per il 10%, che intende porre un limite all’aumento incontrollato dei premi di cassa malati; un peso sempre più gravoso per la popolazione del nostro Cantone, confrontato con i redditi più bassi e i premi più alti. Personalmente sosterrò questa iniziativa con un convinto Sì, basato su un concetto molto semplice e a noi conosciuto: la solidarietà. Condivido quanto sostiene il professore Luca Crivelli, ordinario di economia e politica sanitaria USI/SUPSI, ovvero, che “la sanità è sostenibile solamente grazie alla solidarietà”. Affinché il sistema sanitario possa rimanere sostenibile, sono necessarie tre forme di solidarietà: quella fra persone sane e malate; quella fra giovani e anziani; e infine, quella che in Svizzera è ancora mancante, ossia la solidarietà fra redditi. Oggi paghiamo infatti gli stessi premi di cassa malati, indipendentemente dalla nostra capacità economica, a prescindere se si fatica ad arrivare alla fine del mese o si è benestanti. Se sulle prime due forme di solidarietà la maggioranza concorda: perché chiunque di noi può ammalarsi; perché tutti invecchiamo e chi oggi usufruisce maggiormente della sanità, in passato ha già contribuito a pagarla. È sulla terza forma di solidarietà, quella in base al reddito, che nascono le spaccature ideologiche. Eppure, stiamo parlando sempre della stessa solidarietà: perché mai chi dispone di un reddito più elevato non dovrebbe contribuire in misura maggiore al finanziamento del sistema? Pur appartenendo a una fascia di reddito che con ogni probabilità contribuirà al finanziamento di questa riforma, sosterrò l’iniziativa. Lo farò, perché credo sia giusto aiutare chi oggi deve scegliere tra curarsi e arrivare a fine mese. Lo farò, perché credo nella solidarietà.

Articolo di Luca Pizzetti. La Regione, 13 settembre

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