Il cambio di inquilino è un’occasione ghiotta per aumentare le pigioni

La Costituzione federale tutela la proprietà. Perché i proprietari di immobili non avrebbero diritto a recuperare in tempi più brevi gli spazi che hanno affittato, se ne hanno bisogno per uso proprio?

«Come lo stesso Consiglio federale ha avuto modo di dire durante il dibattito parlamentare, la legge attualmente in vigore è equilibrata e tutela già a sufficienza i proprietari che vogliono prendere possesso dei propri spazi. È ovvio che la situazione di un inquilino che vive in un appartamento da molti anni debba essere tenuta in considerazione in maniera adeguata e non marginalmente come invece vorrebbe la lobby immobiliare. Una famiglia che ha costruito la propria vita attorno alla propria abitazione merita di avere il tempo necessario di trovare una nuova sistemazione che non la obblighi a stravolgere la propria esistenza. Il passaggio da un bisogno “urgente” a un bisogno “attuale” rende ancora più facile la possibilità di appellarsi al “ bisogno personale” in maniera pretestuosa con il solo obiettivo di liberarsi di inquilini di lunga durata per poi rimettere sul mercato lo stesso alloggio a un prezzo maggiorato».

In alcune città le piattaforme come Airbnb stanno espellendo dal centro i residenti. Non è necessario regolare il fenomeno dei subaffitti, proteggendo il locatore da eventuali abusi?

«Nelle scorse settimane un’inchiesta della RSI si è occupata della situazione Airbnb a Lugano. È emerso che ad oggi ci sono 10 palazzi interamente destinati a questo tipo di offerta turistica e che quattro di questi edifici appartengono a un’unica società proveniente dall’Est Europa. Gli inquilini di un intero stabile in via Vegezzi, in pieno centro città, hanno ricevuto la disdetta del proprio contratto di locazione da questa società. Non mi pare che alla base dell’esplosione del fenomeno Airbnb ci sia il subaffitto. Le inquiline e gli inquilini sono vittime di questa deriva e non responsabili. La fonte del problema è da cercare nella speculazione di alcuni squali attivi nel mercato immobiliare».

Il fenomeno della sublocazione, oggi, è poco regolato. Non è un diritto del proprietario essere informato (ed essere favorevole) alla sublocazione dei suoi spazi, a maggior ragione per quelle superiori a due anni?

«In realtà la sublocazione è già ben regolata oggi da una prassi consolidata che vuole proprio che l’inquilino titolare del contratto informi e quindi ottenga un consenso dal proprietario. Si pensi già solo al fatto che nel momento in cui una persona si annuncia al controllo abitanti deve portare con sé il contratto di locazione e nel caso non figuri ufficialmente su questo necessita di una dichiarazione da parte dell’amministrazione o del proprietario dell’appartamento. Quel che si vuole fare oggi è una cosa molto grave. Si vuole introdurre nel diritto di locazione una nuova possibilità di disdetta straordinaria. L’inquilino che dovesse essere responsabile di una banale inadempienza amministrativa può essere scacciato di casa con un preavviso di soli 30 giorni. Le due modifiche che andremo a votare il prossimo 24 novembre vanno viste assieme e inserite in quel che sta succedendo in Parlamento a Berna dove sono in discussione altre modifiche del Codice delle obbligazioni che vanno a intaccare un già troppo fragile diritto di locazione. In particolare ci sono due revisioni che accompagnate a quelle di oggi porteranno ad aumenti sconsiderati delle pigioni. La prima vuole ridurre drasticamente la possibilità di contestare la pigione iniziale e la seconda vuole favorire la diffusione delle pigioni di mercato a scapito di quelle basate sui costi reali. Questo amaro buffet offerto dalla lobby immobiliare porterebbe a una estrema liberalizzazione del mercato immobiliare con conseguenze nefaste su un’ampia fetta della popolazione. Il disegno è di una semplicità disarmante: favorire le disdette dei contratti di lunga durata per poi riaffittare gli stessi spazi a prezzi decisamente più alti. Infatti il cambio di inquilino è un’occasione particolarmente ghiotta per aumentare le pigioni. Questo non lo diciamo noi, ma lo conferma uno studio voluto dall’Ufficio federale delle abitazioni. Secondo questa indagine, le abitazioni i cui contratti sono stati sottoscritti nel 2005 e che non hanno cambiato inquilini fino ad oggi hanno subito un aumento della pigione del 5%, mentre le abitazioni che nello stesso lasso di tempo sono passate da un inquilino a un altro oggi costano il 24% in più. Un altro aspetto da considerare è che queste modifiche legislative vanno a toccare anche gli affitti commerciali. Si pensi agli uffici condivisi tramite la sublocazione che verrebbero precarizzati da autorizzazioni che durerebbero al massimo due anni o alla possibilità che qualcuno venga a comprare lo spazio dove viene svolta un’attività commerciale, per esempio un ristorante in affitto, per inserirvi la propria».

Articolo di Adriano Venuti presidente ASI, già direzione PS Ticino, apparso sul Corriere del Ticino del 7 novembre

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