l Consiglio federale propone un piano di tagli che colpisce tutto e tutti, sono tra 3,5 e 4,3 miliardi all’anno per quattro anni, misure drastiche a tutto campo. Tranne che per l’esercito, che si vede aumentare i crediti di quattro miliardi. Niente, fa già piangere così. Forse Karin Keller Sutter e i suoi pretoriani temono che i cavalli dei cosacchi si abbeverino alle fontane di Piazza Federale. Asili nido, cultura, trasporti pubblici, amministrazione, turismo, politecnici, politica climatica, perfino l’agricoltura. L’esercito no, eppure la commissione incaricata dal Governo di preparare un catalogo di misure possibili aveva indicato anche l’aumento delle spese militari come rinviabile. È una delle poche proposte della commissione Gaillard che non è stata presa in considerazione. Sul fronte delle entrate invece solo briciole, perché – afferma il Governo – ci sono già misure in arrivo, come l’aumento dell’IVA per finanziare la tredicesima AVS e l’aliquota minima per le grandi società. Il paradosso è che per finanziare una misura sociale voluta dal popolo, si colpiscono duramente le fasce più fragili, quasi a voler colpevolizzare chi l’ha votata. La proposta del Governo arriva qualche giorno prima dell’annuncio dei premi di cassa malati, con un’altra stangata quasi certa. Fate la somma tra l’aumento del premio di cassa malati e l’abbandono delle sovvenzioni federali per gli asili nido. I Cantoni si trovano sul groppone una fattura salata e – conoscendo i nostri polli – sappiamo già a chi la faranno pagare. La scure del Governo federale si abbatte anche sulla politica climatica e sulle sovvenzioni al programma edifici. È un segnale politico chiaro, che lancia un messaggio inquietante, dicendo che in fondo la questione climatica non è prioritaria. Tra i partiti solo il PLR e l’UDC si sono espressi a favore delle scelte del Governo, anche se hanno messo qualche (timido) paletto.
La battaglia parlamentare sarà dura e accesa a Berna e c’è il rischio che questo pacchetto anti-sociale sia l’antipasto del preventivo che presto arriverà in Gran Consiglio. La volontà risparmista non potrà che essere accentuata dalla prospettiva di un trasferimento di costi e oneri che graverà sui Cantoni. Sarà un autunno molto caldo e solo una solida mobilitazione di chi non accetta la logica dei tagli indiscriminati potrà aprire qualche spiraglio di speranza e frenare una politica che va a colpire la maggioranza della popolazione, che vive la drammatica erosione del potere d’acquisto.
Articolo di Maurizio Canetta, granconsigliere apparso sul Corriere del Ticino il 24 settembre 2024