La storia degli ultimi anni di questo Cantone è stata dettata da una riduzione delle aliquote fiscali e altre diminuzioni di tasse e imposte. Sgravi che sono costati alle casse del cantone circa 200 milioni di franchi. L’ultima e controversa misura è stata la riduzione delle imposte alle persone particolarmente facoltose.
In questa storia si inseriscono tagli a sussidi e prestazioni iniziati nel 2016, tagli che quest’anno ricadranno su personale, istituti per invalidi, case anziani e sussidi di cassa malati.
Insomma taglia e sgrava o sgrava e taglia che dir si voglia, l’obiettivo è la riduzione delle imposte e parallelamente la riduzione della spesa pubblica. In ultima analisi la riduzione di servizi e aiuti destinati alla popolazione.
È in questo contesto che si inserisce il decreto Morisoli, un decreto che chiede il pareggio dei conti entro il 2025. Questo decreto è costruito per tagliare la spesa pubblica, vi si dice, senza toccare le persone meno abbienti. Peccato che i tagli hanno toccato invalidi, anziani e giovani in difficoltà. Insomma il decreto Morisoli si è scordato delle persone fragili o in difficoltà.
Ad essere a rischio sono servizi essenziali come la formazione, la sanità e la socialità e gli aiuti al ceto medio e basso. Ma non solo!
La progettualità del nostro Governo è ormai paralizzata, così come la sua capacità di far fronte adeguatamente a improvvise emergenze.
La stessa politica climatica viene messa in discussione, così come si rischia di essere in ritardo nell’affrontare i veloci cambiamenti nella struttura demografica del nostro Cantone.
Oggi assistiamo a un decreto Morisoli bis, che di fatto prolunga fino al 2027 gli obiettivi di pareggio, ma in più inserisce dei legacci alla spesa. Segnatamente la spesa per il personale, la spesa per aiuti a enti o persone e la spesa per la formazione. Di fatto i due terzi della spesa pubblica.
Nel testo accompagnatorio si fa un bilancio degli ultimi anni affermando che il disavanzo strutturale delle finanze cantonali è dovuto alla spesa che esplode e non alle imposte che continuano a crescere.
Le imposte è vero che crescono, ma la loro crescita è dovuta all’aumento del Prodotto interno lordo e non a un aumento di imposte. Anzi negli ultimi anni ci sono stati sgravi che ne hanno rallentato la crescita naturale, causando il disavanzo attuale.
D’altro canto si dice che la spesa esplode, ma in realtà non è vero. Cresce perché aumentano i bisogni della società, senza che i vecchi bisogni cessino di essere tali. Se prendiamo come esempio i sussidi di cassa malati, questi sono aumentati perché sono aumentati i premi, limitarne la crescita vuol dire di fatto tagliare.
Mettere un freno alla crescita della spesa vuol dire non rispondere ai nuovi bisogni e tagliare servizi e prestazioni necessari oggi in essere.
Articolo di Ivo Durisch, granconsigliere PS, pubblicato sul Corriere del Ticino il 13 settembre 2024.