Funziona da 50 anni, ci sarà un perché

Vivere e lavorare in Canton Ticino non è poi così male, soprattutto per chi ha un lavoro dignitoso ed equamente retribuito. Le condizioni generali vanno peggiorando, è vero, ma lo Stato è ancora in grado di sostenere chi più fatica ad arrivare alla fine del mese, grazie a una lungimirante politica sociale voluta ed approvata in particolare nella seconda metà del secolo scorso. Come è stato ed è ancora possibile? Grazie a un equilibrato prelievo delle risorse ( la fiscalità progressiva, cosiddetta perché progredisce con l’aumento dell’imponibile) che, come in ogni paese democratico, garantisce solidarietà e soprattutto stabilità istituzionale e politica. Se altrove cresce la sfiducia nelle istituzioni, si evade le imposte, si sgomita con metodi anche clientelari per affermarsi professionalmente, è anche perché la struttura pubblica – la capacità di gestire le contraddizioni sociali – è debole, per non dire quasi inesistente. Non così in Canton Ticino, si diceva, ma per precisa volontà politica.

Nel confronto pubblico sulla riduzione fiscale (pari al 20%) proposta dal Consiglio di Stato e approvata dal Gran Consiglio per i contribuenti più facoltosi (con imponibile superiore ai 400.000 franchi), alcuni favorevoli al privilegio (perché di questo si tratterebbe!) – probabilmente perché a scarso di argomenti convincenti – sostengono che il nostro sistema fiscale è vetusto perché risale a 50 anni fa. Già, ma se regge da tanto tempo, con le premesse descritte all’inizio, una buona ragione ci sarà! E anche, mantenere un progetto, un’idea, un’applicazione, una legge che hanno dato prova di equilibrio, solidarietà e progresso, anche se approvati e varati cent’anni fa, significa che hanno esaurito la loro funzione o, piuttosto, che dobbiamo toglierci il cappello a chi – tecnici e politici – in quell’epoca ebbe lungimiranza e sguardo lungo come dovrebbero avere tutti i veri statisti?

La risposta mi pare ovvia. Votiamo no il 9 giugno alla riforma fiscale cantonale anche per impedire ai pochi ed egoisti privilegiati di continuare a camuffarsi da finti progressisti. Lo Stato è altra cosa, è quanto voluto e fatto dai veri liberali e democratici che si preoccupavano in primo luogo del bene comune, vale a dire di tutti, loro compresi.

Articolo di Martina Malacrida, consigliera comunale e presidente PS Bellinzona, apparso sul Corriere del Ticino il 4 giugno

Beitrag teilen:

Facebook
Twitter
LinkedIn
Animation laden...Animation laden...Animation laden...

Newsfeed