Pensioni: nell’urna un sì convinto

Il prossimo 9 giugno in occasione del voto sulle misure di compensazione per le rendite IPCT non sarà in gioco solo il livello delle future pensioni degli attuali 17.000 assicurati attivi affiliati alla cassa pensioni cantonale, ma anche quello di tutti gli altri ticinesi che sono assicurati altrove. Perché se il datore di lavoro più importante del Ticino, ossia il Cantone, decide che è giusto che la riduzione dei tassi di conversione non debba essere compensata, anche tutti gli altri datori di lavoro potrebbero facilmente seguire la stessa via.

L’oggetto del voto può essere riassunto da una semplice domanda: come cittadino votante che tipo di datore di lavoro voglio essere? Ritengo giusto mantenere il livello delle future pensioni IPCT in media (anzi, leggermente sotto) con quello della Città di Lugano, dell’EOC, della Confederazione e di tutti gli altri Cantoni svizzeri oppure no? La risposta per me è chiarissima ed è un sì convinto: un sì per pensioni dignitose e a tutela del servizio pubblico.

In secondo luogo, in qualità di sindaco della seconda più grande città del Cantone, auspico un esito positivo dalle urne perché all’IPCT non sono solo affiliati tutti i dipendenti cantonali, ma anche tutti i docenti comunali (che rappresentano circa 2.000 dei 17.000 assicurati attivi), compresi quindi anche quelli di Bellinzona. Segnalo che negli scorsi anni gli impiegati (non docenti) della Città, affiliati alla Cassa pensioni energia (CPE), hanno pure dovuto fronteggiare la riduzione dei tassi di conversione e, esattamente come da proposta del Consiglio di Stato e decisione del Gran Consiglio ora oggetto di referendum, il datore di lavoro – ossia la Città – ha iniettato delle risorse supplementari per compensare tale riduzione. Immaginare che per i docenti comunali tale compensazione non abbia luogo sarebbe una pericolosa disparità di trattamento rispetto al personale non docente.

A questo proposito ricordo che i docenti comunali non hanno avuto diritto al riconoscimento del rincaro nel 2024 (se non in modo molto parziale) a differenza dei loro colleghi non docenti, ed è quindi doveroso che perlomeno a livello previdenziale si garantiscano condizioni paritarie. Invito pertanto tutte e tutti a votare «sì» il prossimo 9 giugno.

Articolo di Mario Branda, sindaco di Bellinzona, apparso sul Corriere del Ticino il 1° giugno

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