Gli avversari della tredicesima AVS hanno paura di perdere la votazione e schierano l’artiglieria pesante. Hanno pensato bene di reclutare cinque ex-consiglieri federali i quali si sono divisi i compiti. Nell’ordine : Doris Leuthard, Adolf Ogi e Johann Schneider Ammann hanno firmato una lettera a settecentomila pensionati della Svizzera Tedesca, mentre Joseph Deiss e Pascal Couchepin hanno aggiunto la loro firma a inserzioni apparse sui giornali. Dubito fortemente che l’affrancatura delle lettere (appena aumentata) e le spese di inserzione siano state pagate di tasca propria dai cinque ex-ministri, che pure potrebbero permetterselo, visto che hanno pensioni che si aggirano sui 23’000 franchi al mese. È semplicemente un colpo di coda degli avversari dell’iniziativa che speravano di veder crollare i favori per la tredicesima AVS man mano che la campagna avanzava. Il fatto è che gli argomenti contrari non fanno breccia pienamente neppure nel campo dei partiti di centro e di destra, tanto sono fragili. Possiamo farne una battaglia di cifre, una presunta questione di solidarietà verso le giovani generazioni, un tema di dibattito ideologico sulla presenza dello stato: sono tutte argomentazioni che si scontrano con la realtà di una popolazione che invecchia e di una condizione – quella di pensionato – che per molte e molti è sempre più difficile. I pensionati sono l’unica categoria che non ha nessuna possibilità di compensare l’aumento generalizzato dei costi. Vero è che a loro si sono aggiunti recentemente i dipendenti dello stato in Ticino, unico cantone in Svizzera a non riconoscere il rincaro per la sciagurata decisione della maggioranza del parlamento Le cifre dell’inflazione dicono che in Svizzera siamo all’1.3 per cento (dato di gennaio 2024), ma i prodotti essenziali (elettricità, affitti, alimentari) sono aumentati molto di più (elettricità +25% in un anno) e poco importa a chi deve far quadrare i conti alla fine del mese che calzature e mobili siano meno cari. La tredicesima AVS evidentemente ha un costo, esattamente come le decine di miliardi sbloccate per l’esercito o per nuovi progetti autostradali. È una questione di priorità. Questa volta con un SÌ possiamo dire con chiarezza che il benessere delle persone conta di più di piombo e cemento. In questa tornata elettorale voteremo anche sull’iniziativa dei Giovani Liberali definita “Iniziativa sulle pensioni”, titolo ingannevole perché dovrebbe intitolarsi “Vogliamo farvi lavorare almeno un anno in più”. Merita poche righe di commento e soprattutto un secco no.
Articolo di Maurizio Canetta apparso su Tio il 19 febbraio 2024