Gli interessi della politica

Un nuovo anno scolastico è cominciato e in questi giorni molti bambini e ragazzi stanno raccontando ai loro amici le esperienze vissute durante le vacanze estive. Giocare in spiaggia, visitare Gardaland, fare gite in barca. Ma ci sono anche bambini che stanno in silenzio mentre gli altri si entusiasmano per le loro vacanze, perché non possono permettersi nemmeno di andare in piscina, figuriamoci una vacanza al mare. Si stima che siano circa 150’000 i bambini che crescono in povertà in Svizzera, mentre il numero complessivo di persone colpite dalla povertà arriva all’impressionante cifra di 750’000. Una famiglia su cinque non può permettersi una spesa improvvisa di 2’500 franchi, che sia un dente rotto o un paio di occhiali da sostituire. In Ticino la situazione è peggiore della media svizzera, complice il mercato del lavoro precario. Quello che troppo spesso si tende a dimenticare nella ricca Svizzera è che dietro a tutte queste cifre ci sono delle persone; persone che i partiti borghesi in parlamento continuano volutamente a ignorare.

La maggioranza di destra del Parlamento federale prende infatti regolarmente decisioni contro i bisogni della cittadinanza, non solo contro chi è colpito dalla povertà, ma in realtà contro tutti coloro che vivono di salari e pensioni. Non c’è da stupirsi: il nostro Parlamento è ormai la lobby dei potenti. I milionari si concedono sgravi fiscali mentre impediscono salari minimi e una tredicesima AVS. I rappresentanti delle casse malati decidono che non ci saranno più sussidi nonostante l’esplosione dei premi, mentre i lobbisti del settore immobiliare continuano ad applicare affitti esorbitanti e a limitare i diritti degli inquilini. I politici che definiscono la famiglia un hobby pensano che avere figli sia una questione privata e votano contro gli asili nido a prezzi accessibili. Gli amici della piazza finanziaria bloccano per anni regolamentazioni efficaci e poi dichiarano, durante il crollo di Credit Suisse, che “il buonsenso e la decenza non possono venire regolamentati”.

Il 22 ottobre abbiamo la possibilità di scegliere se vogliamo che per altri quattro anni siano queste le persone che hanno il potere nel nostro Paese e che possono determinare la vita di tutti noi – oppure se vogliamo un cambiamento per una Svizzera più solidale e inclusiva.

Articolo di Laura Riget apparso su TicinoNews il 28 agosto

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