L’Iniziativa del 10% rappresenta una risposta concreta all’emergenza sociale che migliaia di famiglie ticinesi vivono ogni giorno: il peso insopportabile dei premi della cassa malati. È vero: applicare il tetto del 10% del reddito per i premi richiederebbe al Cantone di coprire una differenza stimata attorno ai 300 milioni di franchi all’anno. Ma è fondamentale inquadrare questa cifra nel modo corretto: non è un “costo”, è un trasferimento alle famiglie. Quei 300 milioni non sparirebbero in un buco nero amministrativo. Andrebbero direttamente nel portafoglio di chi fatica a pagare le bollette, ridando respiro a lavoratrici, giovani, pensionati e famiglie del ceto medio. Sono soldi che ritornerebbero immediatamente nell’economia locale, sostenendo consumi e attività del territorio. È una questione di giustizia fiscale. Trovare queste risorse non significa necessariamente tagliare servizi essenziali. Significa piuttosto chiedere a chi ha di più di contribuire in modo equo. È l’applicazione del principio sacrosanto per cui una società solidale si fonda sulla responsabilità di chi può dare di più. L’alternativa costa di più. Rinunciare a intervenire significa accettare che sempre più persone rinuncino alle cure, con conseguenze gravi sulla salute pubblica e costi sociali ancor maggiori sul lungo termine. I 300 milioni non sono un problema tecnico: sono la misura dell’impegno che vogliamo mettere per garantire il diritto alla salute. Scegliere di trovare queste risorse significa scegliere da che parte stare: con le lobby della sanità privata o con la gente. L’Iniziativa del 10% non è un salto nel buio: è una scelta di civiltà.
articolo di Hachem Tahir e Martha Montella, co-presidenti del comitato cantonale PS, apparso su LaRegione il lunedì 12 settembre 2025