13a AVS, un SÌ convinto che va oltre i fantasmi

L’articolo 112 della Costituzione svizzera prevede che le rendite dell’AVS coprano adeguatamente il fabbisogno vitale delle persone assicurate. Da molti anni questa prescrizione tanto ovvia quanto impegnativa non viene rispettata e gli aumenti dei prezzi e delle tariffe di molti beni e servizi essenziali ai quali abbiamo assistito nell’ultimo biennio non hanno certo migliorato le cose. Già per questo semplice motivo la tredicesima AVS si giustifica ampiamente, costituendo un aumento delle rendite dell’8,33% e un loro riavvicinamento alla copertura adeguata del fabbisogno vitale delle assicurate e degli assicurati.

Rendite di vecchiaia dignitose sono fondamentali in un Paese civile, che si cura delle persone che, dopo aver lavorato una vita, hanno diritto ad una terza e quarta età nelle quali i problemi finanziari non siano al centro dei pensieri quotidiani.

Come sempre in questi casi, contro questa proposta vengono agitati fantasmi finanziari, ma queste paure sono solo un alibi per non affrontare il nocciolo imprescindibile dell’adeguatezza delle rendite. Se i problemi finanziari dell’AVS si presenteranno davvero li si affronterà per tempo, come si è sempre fatto in passato, ma il rispetto del principio ineludibile dell’art. 112 della Costituzione deve rimanere al centro, il nocciolo attorno al quale tutto il resto, anche le varie possibilità e forme di finanziamento ulteriore, diventa dettaglio.

La tredicesima AVS è stata criticata perché andrebbe anche a chi non ne ha bisogno. Anche se bisognerà attendere la legislazione di applicazione per tirare le somme finali su questo punto specifico, l’argomento non è falso, ma nel quadro di un’assicurazione è perfettamente normale che tutti gli assicurati ricevano le prestazioni. Ricordiamoci infatti che l’AVS non è una prestazione sociale, pagata tramite le imposte, ma un’assicurazione; certamente un’assicurazione sociale e obbligatoria, ma un’assicurazione, la quale paga le sue rendite essenzialmente in base ai premi pagati dagli assicurati e dai datori di lavoro.

L’aumento delle rendite AVS attraverso la tredicesima è anche un piccolo passo verso un riequilibrio del tutto benvenuto tra primo e secondo pilastro. Considerato che il secondo pilastro (la previdenza professionale o LPP) non è per tutti, che penalizza soprattutto le donne e che, siccome fondato sul principio della capitalizzazione, ha un futuro piuttosto difficile, un accento maggiore sull’AVS e sul principio della solidarietà che lo sorregge mi pare un segnale molto importante.

Quindi un sì convinto a questa novità in votazione il prossimo 3 marzo, un voto che è anche un sì al rafforzamento dell’AVS e alla riconferma del suo ruolo centrale nel sistema sociale svizzero.

Articolo di Manuele Bertoli, pubblicato su il Corriere del Ticino del 31 gennaio 2024.

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