Futuro della Scuola ticinese: un dialogo proficuo

La “Serata pubblica sul futuro della Scuola ticinese” ha registrato un ottimo successo ed è stata caratterizzata da un dialogo costruttivo.
Il PS accoglie positivamente il fatto che il DECS intende tenere conto dell’opinione dei docenti riguardo alle criticità del progetto “La scuola che verrà”.

Giovedì 4 maggio, si è tenuta la “Serata pubblica sul futuro della Scuola ticinese”, presso la Casa del Popolo a Bellinzona, cui hanno partecipato Manuele Bertoli, Consigliere di Stato e direttore del DECS; Bixio Caprara, presidente del PLR; Marzia Caratti Beltraminelli, docente di scuola media superiore e Adriano Merlini, presidente VPOD docenti.
La serata, moderata da Alessandra Moretti, docente ed esperta di italiano per la Scuola media, ha registrato un ottimo successo sia in termini di pubblico sia per quanto riguarda la qualità del dialogo e del dibattito.

A inizio serata è stato evidenziato il particolare momento che la Scuola pubblica ticinese sta attraversando e in cui sono già in atto degli importanti cambiamenti come il concordato Harmos o il nuovo Piano di studio della scuola dell’obbligo.
È stato poi sottolineato come la Scuola pubblica debba essere equa e inclusiva affinché continui ad assumere la sua funzione di forte integratore sociale. Scuola dell’obbligo che è e che deve continuare a essere un pilastro per la formazione di tutti ragazzi. Una scuola per gli allievi i quali devono essere accompagnati, stimolati ad approfondire le proprie conoscenze dai docenti e dalla collettività.

In particolare, il progetto di riforma “La scuola che verrà” è stato oggetto di dibattito. Sono stati messi in luce più punti di forza quali la variazione delle forme didattiche, l’abolizione dei livelli o la collaborazione tra insegnanti. Evidenziati anche i punti critici quali l’insegnamento a blocchi, gli ateliers o i laboratori divisi in tre gruppi. Dei punti che il PS aveva evidenziato nel documento “Sette punti del PS per un’educazione di qualità con una scuola inclusiva ed equa”, elaborato dopo un’approfondita analisi.

In questo documento, il PS ha auspicato che fossero accolte le prese di posizione dei docenti, delle associazioni e dei sindacati volte a illustrare le preoccupazioni degli insegnanti per il carico di lavoro eccessivo che verrebbe generato dalla riforma e per l’efficacia di alcune misure proposte.
Il Partito Socialista accoglie positivamente il fatto che il DECS, a seguito della consultazione sulla “Scuola che verrà” conclusa il 31 marzo scorso, terrà conto delle osservazioni dei docenti, integrando nel messaggio di riforma della scuola che presenterà prossimamente al Gran Consiglio delle proposte di modifica del progetto originario, come alcune tra quelle formulate dalla VPOD in rappresentanza di 800 docenti.

 

 

 

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