1 maggio: le nostre vite valgono più dei loro profitti

Ci saremo anche noi al 1 maggio organizzato con l’USS Ticino e Moesa! Vi aspettiamo sabato 1 maggio in Piazza Governo a Bellinzona, a partire dalle ore 10.30. Vista la pandemia, quest’anno dobbiamo purtroppo rinunciare al tradizione corteo. Ciononostante pensiamo che portare fisicamente preoccupazioni e rivendicazioni di lavoratrici e lavoratori nel cuore politico del Cantone sia essenziale oggi più che mai! Questa presenza in Piazza si svolgerà nel pieno rispetto dei dispositivi di sicurezza definiti e aggiornati dal Consiglio federale. Sono previsti degli interventi da parte di lavoratrici e lavoratori, rappresentanti sindacali, esponenti di realtà politiche, associative e culturali. La manifestazione verrà trasmessa in diretta online a partire dalle 11.00 (sul sito www.uss-ti.ch e sulla pagina Facebook “USS Ticino e Moesa”) per permettere a tutte e a tutti di seguirne lo svolgimento.

Volentieri condividiamo qui anche l’appello del USS Ticino e Moesa che sosteniamo:

1. In questi giorni dove purtroppo il virus dimostra ancora la sua forza e la sua presenza sul territorio, la priorità resta quella della protezione della salute delle lavoratrici e dei lavoratori. Dei piani di protezione condivisi con le maestranze e le loro rappresentanze sindacali sono necessari, così come necessaria è la condivisione dei risultati dei controlli svolti dalle autorità competenti. Solo un impegno collettivo condiviso tra tutti gli attori in presenza può garantire la sicurezza di tutte e tutti.

2. Come uscire dalla crisi generata dalla pandemia? Anche il Fondo Monetario Internazionale propugna la necessità di tassare maggiormente i redditi più alti e le aziende che hanno fatto profitti grazie alla pandemia, allo scopo di aiutare i Paesi e le classi sociali più colpiti dalla crisi sanitaria, facendo ripartire l’economia. La crisi pandemica impone la necessità di ripensare il modello di sviluppo economico capitalistico. Nel contempo il movimento sindacale ribadisce la necessità di una svolta ambientale per contrastare l’emergenza climatica e solidarizza con i movimenti giovanili per il clima. Per questo, parteciperemo alla mobilitazione lanciata dal movimento “Sciopero per il futuro” prevista per il 21 maggio prossimo. Per attuare queste svolte è necessaria una forte redistribuzione delle ricchezze, oggi sono assurdamente e scandalosamente concentrate nelle mani di milionari/miliardari e di società capitalistiche, che non sanno più come impiegare il denaro.

3. In Svizzera durante la pandemia il movimento sindacale è intervenuto presso le autorità federali a tutela dei redditi della classe lavoratrice. Rispetto all’inizio della pandemia in Svizzera le persone in cerca di impiego sono aumentate di 40’000, raggiungendo le 254’000 unità (dati marzo 2020 – marzo 2021): l’Unione sindacale svizzera stima inoltre la sotto- occupazione al 10% del volume di impieghi. In Ticino, la situazione è ancora peggiore, disoccupazione e sottoccupazione toccano quasi un quinto degli attivi. Il movimento sindacale ha rivendicato durante l’anno di pandemia, oltre alla protezione della salute dei dipendenti, una copertura integrale dei salari medio-bassi: sia con una maggiore copertura da parte dell’assicurazione disoccupazione per il lavoro ridotto, sia con un’estensione della durata delle indennità di disoccupazione. Alcuni risultati sono stati ottenuti, ma la Confederazione e i Cantoni devono fare di più. Il movimento sindacale chiede in particolare che il pagamento del 100% delle indennità di lavoro ridotto sia garantito fino a un’indennità minima di 5’000 Fr. mensili. Al Canton Ticino si chiede di aumentare la velocità di erogazione degli aiuti ai lavoratori indipendenti: è inammissibile che vi siano persone che attendono da oltre 6 mesi questi aiuti!

4. L’USS Ticino sostiene i diritti delle donne, che sono particolarmente colpite dalla pandemia: sono in effetti i lavori precari quelli ad essere più facilmente rimessi in questione, lavori spesso occupati da donne. L’USS Ticino si oppone ancora più convintamente al peggioramento delle pensioni per le donne, segnatamente al disegno di innalzare l’età pensionabile per le donne da 64 a 65 anni: finché ci saranno enormi disparità salariali legate al genere una parificazione dell’età pensionistica è inaccettabile. L’Unione sindacale rivendica a livello nazionale il riconoscimento del lavoro domestico di cura (svolto prevalentemente dalle donne), l’introduzione di un congedo parentale da suddividere tra i genitori e il rafforzamento delle misure legali e preventive per la lotta contro i femminicidi, contro la violenza domestica e contro le molestie sul posto di lavoro. Necessaria in Ticino è inoltre la creazione di Ufficio per la parità di genere, come esiste in tanti altri cantoni, per dare un impulso alle politiche cantonali per la parità.

5. L’USS Ticino è fortemente preoccupata dal disagio giovanile. In particolare, essa rivendica un forte impegno degli enti pubblici e delle aziende per l’impiego e la formazione professionale delle giovani generazioni, confrontate con una forte situazione di incertezza e con un mercato del lavoro destabilizzato, che va ad incidere in modo importante sul disagio giovanile che si rende visibile negli assembramenti illegali. L’USS Ticino sostiene inoltre la creazione di spazi culturali e sociali autogestiti per consentire alla cultura alternativa di esprimersi in tutte le realtà urbane del Cantone, così come la difesa degli spazi già esistenti sul territorio.

6. L’USS Ticino infine ribadisce le seguenti rivendicazioni settoriali:
– sostiene nel settore privato le battaglie contro i tentativi di deregolamentazione del lavoro, in particolare domenicale, e contro i peggioramenti dei contratti collettivi di lavoro e dei regolamenti aziendali con il pretesto della crisi; e denuncia il fatto che in vari settori assistiamo a degli attacchi assolutamente inaccettabili, ad es. il vuoto contrattuale al quale sono confrontati i falegnami;
– respinge gli attacchi contro il servizio pubblico, che proprio e anche nei momenti di crisi è centrale per garantire la coesione sociale:
a) il trasporto pubblico, parte della soluzione dell’emergenza climatica, deve continuare ad essere sostenuto nella sua globalità, comprese le condizioni di lavoro e di assunzione;
b) la rete degli uffici postali deve essere conservata intatta e Postfinance non deve essere svenduta;
c) la cultura deve rimanere un elemento centrale nella programmazione della RSI;
d) nel settore sociosanitario occorre riconoscere alle lavoratrici e i lavoratori migliori condizioni di lavoro e al sistema maggiori risorse per la qualità dei servizi;
– si oppone ad un Accordo quadro tra la Svizzera e l’Unione europea, che porti ad un indebolimento delle già limitate possibilità di intervento pubblico e sindacale sulle condizioni di lavoro e contro il dumping sociale.

 

Beitrag teilen:

Facebook
Twitter
LinkedIn
Animation laden...Animation laden...Animation laden...

Newsfeed