Obiettivi
Vogliamo che venga promossa l’agricoltura biologica mediante il legame stretto tra pagamenti diretti e criteri ecologici (obiettivo nr. 174 del programma).
Vogliamo la conservazione del territorio agricolo anche quale misura di difesa del reddito contadino (obiettivo nr. 190 del programma).Contesto politico e proposte
Connessa alla questione ambientale vi è oggi sempre più la problematica del ruolo dell’agricoltura, che per il PS è parte integrante dello sviluppo durevole dell’ambiente, poiché la sua funzione non può essere limitata alla sola produzione di derrate alimentari. Per questo il PS sostiene l’agricoltura biologica attraverso il meccanismo dei pagamenti diretti, stimolando quindi direttamente sia la compatibilità ambientale della produzione agricola, sia il riorientamento di questa produzione verso un mercato nuovo, interessante, sul quale si possano ottenere dei prezzi compatibili con gli alti costi di produzione tipici del nostro Paese.
Sul piano cantonale, il PS preconizza una politica attiva nel settore agricolo.
Obiettivo
Vogliamo la gestione della caccia e della pesca compatibili con i bisogni del territorio, della natura e della società e in questo senso postuliamo il rispetto assoluto e inderogabile del divieto di caccia a sud del ponte diga di Melide (obiettivo nr. 191 del programma).
Contesto politico e proposte
La questione della caccia e della pesca in Ticino suscita sempre un certo dibattito. Per il PS si tratta di attività che devono essere fortemente regolamentate, visto il grado di urbanizzazione del territorio e gli innumerevoli interessi che queste due attività vanno a toccare.
È di rilievo la limitazione della caccia a sud del ponte-diga di Melide, dopo l’intervenuto accordo del 2007 tra promotori del divieto totale di caccia e cacciatori. Di rilievo sono pure le discussioni inerenti alla caccia e alla pesca nel quadro delle attività ammesse nei progetti di parco nazionale che toccano il territorio ticinese.
Obiettivi
Vogliamo la riforma fiscale ecologica con lo scopo finale di tassare l’energia invece del lavoro (obiettivo nr. 168 del programma).
Vogliamo l’adozione di tutte le misure che permettano di ridurre ulteriormente le emissioni di CO2 (obiettivo nr. 169 del programma).
Vogliamo misure incisive volte a risparmiare l’energia a tutti i livelli attraverso l’applicazione dei più moderni standard alle nuove costruzioni, sia pubbliche che private (obiettivo nr. 170 del programma).
Vogliamo che vengano promossi lo sviluppo e l’impiego di energie alternative e rinnovabili (solare, eolica, geotermica, legna, ecc.), in particolare nel quadro della strategia energetica 2050; vogliamo che le energie alternative e rinnovabili siano promosse attribuendo ai piccoli produttori un prezzo che copra le spese di produzione e un incentivo limitato nel tempo (obiettivo nr. 171 del programma).
Vogliamo continuare la politica dell’abbandono della produzione di energia nucleare e rinunciare all’esportazione delle scorie nucleari verso i Paesi terzi (obiettivo nr. 172 del programma).
Vogliamo mantenere elevato il livello di misure cantonali sul risparmio energetico, sulla promozione di energie rinnovabili indigene come il legno e il sole e una rete di distribuzione dell’energia che sostenga la promozione delle energie rinnovabili (obiettivo nr. 178 del programma).
Contesto politico e proposte
Nel campo della politica del territorio trova posto, in posizione di primo piano, la questione energetica, con tutte le problematiche legate all’uso e allo sviluppo di vettori non rinnovabili o pericolosi, alla dipendenza da energie non indigene, all’educazione della popolazione al risparmio energetico. Questioni globali alle quali è necessario dare risposte globali, ma che non esentano Paesi seppur piccoli come la Svizzera e territori ancora più esigui come il nostro Cantone da interventi adeguati.
In questo ambito il PS ha sempre sostenuto le potenzialità della Svizzera quale produttore di energia pulita mediante gli impianti idroelettrici, anche se va ammesso che anche queste strutture pongono dei problemi nei territori in cui sono insediate. Parimenti esso ha sempre sostenuto il movimento antinucleare nelle sue battaglie, movimento che dopo decenni ha ottenuto un significativo cambiamento della politica federale, che ormai si indirizza verso l’abbandono dell’energia atomica.
Il consumo di energia nel nostro Paese può così essere riassunto: prodotti petroliferi 52.3%; elettricità 23.8; gas 13.5, carbone 0.6, energia dal legno 4.5, teleriscaldamento 2, rifiuti industriali 1.2 e altre energie rinnovabili 2 (Aperçu de la consommation d’energie en Suisse au cours de l’année 2013, Ufficio federale dell’energia, giugno 2014)
Siamo in una situazione favorevole per quanto riguarda la produzione di energia rinnovabile (energia idroelettrica, mediamente ca. 3’600 GWh annui in anni di scarse precipitazioni, solare termico, fotovoltaico/edifici passivi, biomassa legnosa).
Come attestano gli obiettivi nr. 168-172 per il livello nazionale e l’obiettivo nr. 178 per quello cantonale, le linee di indirizzo del partito in materia di politica energetica sposano da molto tempo le tendenze sostenute da tutte le maggiori organizzazioni ambientaliste. Il risparmio energetico, la promozione delle energie rinnovabili e il ritorno economico di questi investimenti devono essere sostenuti con forza dall’ente pubblico, indirizzo che a parole sembra oggi essere sposato anche dal Consiglio di Stato.
Al discorso sull’uso efficiente e razionale dell’energia si affianca, anche se non va confuso con esso, il discorso di servizio pubblico inerente alla distribuzione e alla garanzia di fornitura di energia, soprattutto di energia elettrica. Le opzioni del PS in questo settore sono espresse in una scheda al capitolo dedicato al servizio pubblico.
Obiettivi
Vogliamo difendere le nostre acque quali fonti di energia pulita, quali fonti di vita nei nostri fiumi e laghi nonché come attrazione per il turismo. Vogliamo il recupero delle rive dei laghi e dei corsi d’acqua a beneficio di tutti (obiettivo nr. 183 del programma).
Vogliamo la promozione di parchi naturali e di un turismo “dolce” attraverso la realizzazione di percorsi naturalistici ricreativi (obiettivo nr. 188 del programma).
Contesto politico e proposte
Il settore turistico rappresenta per il Ticino una parte non secondaria dell’economia cantonale. Esso genera complessivamente una cifra d’affari di circa 1.2 miliardi di franchi, che equivalgono a circa il 6% del PIL cantonale. Dal movimento turistico dipendono almeno circa 19mila posti di lavoro equivalenti a tempo pieno (circa il 10% del totale dell’occupazione cantonale: dati 2012). Il turismo va quindi sostenuto intelligentemente dall’ente pubblico attraverso una promozione efficace e ben mirata che sappia valorizzare tutte le offerte presenti sul nostro territorio.
Ma la presenza turistica in Ticino è intimamente legata alla bellezza e alla diversità dell’ambiente naturale che vi si trova, nonché al clima mite. Per questo la politica ambientale è determinante per il mantenimento dell’attrattività turistica del nostro Cantone, che in questo ambito deve decidere secondo il PS di puntare su un turismo “dolce”, valorizzando l’attrattiva naturalistica dei vari ambienti (laghi, fiumi, montagne), anche attraverso la promozione di parchi naturalistici. Sono da evitare invece con determinazione la creazione di condizioni favorevoli al solo turismo di giornata, dannoso per l’ambiente ed economicamente poco interessante.
Obiettivi
Vogliamo attuare i principi dettati dalla Confederazione nel suo documento strategico sullo sviluppo territoriale, base di riferimento per tutti i livelli istituzionali per la pianificazione di insediamenti, infrastrutture energetiche e di traffico, per gestire lo sviluppo del paesaggio e di altre attività d’incidenza territoriale (obiettivo nr. 179 del programma).
Vogliamo promuovere e valorizzare gli insediamenti e il paesaggio e se necessario tutelarli con gli strumenti necessari (obiettivo nr. 180 del programma).
Vogliamo una pianificazione del territorio a livello regionale, vincolante per i piani regolatori comunali, basata sullo strumento del Progetto di agglomerato, deciso con procedure democratiche e partecipative (obiettivo nr. 181 del programma).
Vogliamo l’applicazione delle modifiche alla Legge federale sulla pianificazione territoriale votate il 3 marzo 2013, particolarmente per quanto concerne la riduzione delle zone edificabili in base alle riserve dei prossimi 15 anni (obiettivo nr. 182 del programma).
Vogliamo che la legislazione pianificatoria venga riformata per permettere interventi di riordino del territorio fondati su una simmetria di trattamento tra interessi privati e interesse pubblico. In particolare vorremmo che lo Stato, quando apre una nuova zona edificabile o aumenta gli indici di sfruttamento di un comparto creando plusvalore per i proprietari, possa incassarne una parte per finanziare queste operazioni. Nel dicembre 2014 il Gran Consiglio ha accolto questo principio, ma con una soluzione più ridotta rispetto a quanto proposto dal Consiglio di Stato e di poco superiore al minimo imposto dalla legge federale.
(obiettivo nr. 183 del programma).
Vogliamo che nell’applicazione della Legge federale sulla pianificazione del territorio si prelevi nell’ambito della Lst ben oltre il minimo del 20% sul plusvalore, ciò anche per le modifiche di destinazione e in caso di maggiorazione degli indici (obiettivo nr. 184 del programma).
Vogliamo integrare la politica territoriale e la politica dei trasporti in maniera ottimale attraverso lo strumento del Progetto d’agglomerato (obiettivo nr. 185 del programma).
Vogliamo l’applicazione rigorosa, puntuale e inderogabile del Piano di risanamento dell’aria su tutto il territorio del Cantone, con particolare attenzione alle emissioni nelle zone dei centri commerciali (obiettivo nr. 186 del programma).
Contesto politico e proposte
Nel 1976, dopo un primo tentativo andato male nel 1972, il popolo e i Cantoni approvarono l’articolo costituzionale sulla pianificazione del territorio. Nel giugno 1979 le Camere federali adottarono la Legge federale sulla pianificazione del territorio (LPT) che in Ticino venne applicata mediante un decreto finché, nel 1990, il Gran Consiglio varò la legge cantonale di applicazione.
Sebbene questo strumento essenziale della gestione del territorio non sia scevro da critiche, non mancano di farsi sentire le voci di chi, a torto, vede la pianificazione come un freno all’economia piuttosto che una “chance” per un rilancio economico programmato e coordinato.
Nel quadro delle scelte pianificatorie il PS:
• sostiene il contenimento dell’edificazione diffusa e disordinata, obbiettivo importante anche del nuovo Piano direttore e della nuova LPT, perché in Ticino vi è un eccesso di area riservata all’edificazione nei piani regolatori (un terzo della stessa è ancora libera) e la riserva di spazio esistente è superiore di almeno tre volte ai bisogni. Le superfici di insediamento crescono e si riduce il territorio agricolo;
• promuove un’edilizia abitativa sostenibile e compatibile con le reali esigenze della collettività. Lo sviluppo dell’edilizia abitativa deve avere luogo entro le condizioni di reale fabbisogno da parte della popolazione residente, smorzando gli appetiti riguardanti la costruzione di residenze secondarie, controproducenti dal profilo dell’economia del territorio e di dubbio effetto sul miglioramento della qualità del settore turistico. Più che la costruzione di nuove abitazioni deve essere favorita la ristrutturazione di quelle esistenti. Soprattutto negli agglomerati urbani, che risultano già ben dotati di servizi, la ristrutturazione di alloggi permette un miglioramento della qualità di vita. Agglomerati urbani con alloggi risanati significa più alloggi disponibili in città e quindi anche meno fabbisogno di mobilità privata;
• sostiene la necessità di stimolare il promovimento economico in alcune zone del Cantone (comparti strategici), concentrare lì gli investimenti pubblici, ridistribuire gli indotti anche a favore del resto del territorio (comparti di tutela del paesaggio) e incrementare il potenziale turistico e della qualità di vita per i residenti. È necessario individuare i comprensori territoriali “strategici” sui quali concentrare le forze. Ciò significa anche concentrare in questi comparti territoriali gli investimenti pubblici e le ricadute economiche. Per queste aree è necessario prevedere un concetto di sviluppo urbanistico, in modo che esso sia a priori indirizzato secondo criteri di qualità e attrattività, che sono oggi la premessa per insediamenti produttivi (e di servizi) con alto valore aggiunto. Le ricadute economiche positive dovranno essere ridistribuite anche a favore dei comprensori “non strategici” il cui paesaggio ha necessità di essere curato e conservato per le esigenze turistiche e della popolazione locale;
• sostiene un concetto di pianificazione legato anche a compiti di protezione della natura, essenziali se si vuole consolidare e rivalutare l’immagine del “Giardino Ticino” ritenuta su più fronti elemento di rilancio. La protezione della natura deve essere sostenuta sia con l’applicazione della legislazione vigente, sia con l’aiuto degli operatori del settore agricolo;
• promuove la realizzazione, nell’ambito dei piani dei trasporti regionali, di quelle misure fiancheggiatrici che permettono una effettiva scelta tra mezzi di trasporto pubblici e privati. È necessario favorire una migliore (non solo maggiore) mobilità. Le proposte del PS si riferiscono a quelle misure fiancheggiatrici che creano spazi per i mezzi pubblici e che sostengono una riorganizzazione dei posteggi urbani a vantaggio dell’attrattività del vivere in città.
Obiettivi
Vogliamo che sia prolungata oltre il 2017 la moratoria per la diffusione nell’ambiente e l’uso nell’alimentazione di organismi geneticamente modificati (OGM) e di loro derivati (obiettivo nr. 175 del programma).
Vogliamo misure di protezione della popolazione contro gli effetti nocivi dell’elettrosmog (obiettivo nr. 177 del programma).
Contesto politico e proposte
La disponibilità di tecnologie sempre più sofisticate pone dei problemi importanti di politica ambientale. Accanto alla questione dell’uso dell’energia atomica a scopi civili trovano oggi posto altri dossiers più recenti, come le problematiche poste dalla disponibilità di organismi geneticamente modificati (OGM) o quelle attorno alla presenza di elettrosmog a seguito della generalizzazione del sistema di telecomunicazione cellulare. In tutte queste questioni, come lo è stato in passato per l’energia nucleare, il PS intende favorire il principio di precauzione, non opponendosi al progresso tecnologico, ma pretendendo che ne siano chiaramente definite le finalità d’uso e soprattutto che siano chiarite con assoluta garanzia le eventuali conseguenze. Fino a che ciò non sarà possibile le aperture a queste tecnologie vanno limitate o almeno gestite con cautela, per evitare danni incalcolabili all’ambiente e all’uomo.
Obiettivi
Vogliamo misure incisive, sia a corto che a lungo termine, volte a diminuire l’inquinamento atmosferico, soprattutto per quanto riguarda le polveri fini, il diossido d’azoto e l’ozono (obiettivo nr. 173 del programma).
Vogliamo opporci alla brevettabilità della vita e delle sostanze presenti in natura (obiettivo nr. 176 del programma).
Vogliamo l’applicazione rigorosa, puntuale e inderogabile del Piano di risanamento dell’aria su tutto il territorio del Cantone, con particolare attenzione alle emissioni nelle zone dei centri commerciali (obiettivo nr. 186 del programma).
Vogliamo l’applicazione stimolante ed effettiva a livello cantonale e comunale delle proposte di “Agenda 21″ (obiettivo nr. 187 del programma).
Vogliamo difendere le nostre acque quali fonti di energia pulita, quali fonti di vita nei nostri fiumi e laghi nonché come attrazione per il turismo. Vogliamo il recupero delle rive dei laghi e dei corsi d’acqua a beneficio di tutti (obiettivo nr. 188 del programma).
Vogliamo garantire la gestione di biotopi di importanza federale e cantonale (obiettivo nr. 192 del programma).
Vogliamo interventi rigorosi e puntuali nelle situazioni di conflitto ambientale, in difesa delle regioni protette o fortemente a rischio (obiettivo nr. 194 del programma).
Vogliamo la promozione attiva dell’educazione ambientale nella scuola e nella società in generale (obiettivo nr. 195 del programma).
Contesto politico e proposte
La coscienza della necessità di preservare un ambiente sano si è fatta largo in maniera significativa solo nella seconda metà del secolo scorso, ma pur essendo relativamente recente essa è divenuta oggi prioritaria a causa della rapidissima industrializzazione del nostro territorio e a seguito della crescita spettacolare della mobilità di merci e persone. Si tratta di un tema vastissimo, che connette tra loro varie politiche e che chiama in causa l’uso di strumenti diversi a livelli diversi.
In Ticino il problema ambientale oggi riconosciuto anche dalla popolazione come prioritario riguarda la qualità dell’aria che respiriamo, un problema che lega tra loro intimamente la politica ambientale, la politica dei trasporti, la politica della salute e le politiche economiche (questione dello sviluppo industriale). Al proposito il PS auspica una maggior serietà ed incisività nell’intervento dell’ente pubblico. L’aumento smisurato dell’urbanizzazione e della mobilità ha messo in crisi la qualità di questo elemento naturale essenziale. Il risanamento dell’aria pone tuttavia una serie di problemi, poiché si scontra con le esigenze di mobilità, con imperativi finanziari e con abitudini della popolazione difficili da cambiare. Tuttavia, il sensibile miglioramento delle concentrazioni di anidride carbonica misurato negli ultimi anni in Ticino, favorito dall’applicazione cantonale delle normative federali sugli impianti di riscaldamento, dimostra in maniera lampante che una politica volta a ridurre le emissioni nocive ha ripercussioni concrete estremamente positive.
Nel 1991 il Cantone adottò il Piano di risanamento dell’aria, le cui indicazioni furono trascurate dall’autorità, a eccezione di quelle implementate essenzialmente per obbligo federale. Nel 2007 il piano è stato rivisto per il periodo 2008-2016, presto sarà necessario un nuovo piano, ma la sensibilità non troppo elevata nel voler perseguire con rigore un apprezzabile e costante miglioramento della qualità dell’aria è ancora ravvisabile nella mancanza di nuove risorse immesse per raggiungere tale scopo. Il PS sostiene la realizzazione di tutte le misure previste dal Piano di risanamento dell’aria, gli interventi collaterali nell’ambito dei piani regionali dei trasporti e la formulazione di nuove misure per ricondurre le immissioni atmosferiche sotto i limiti stabiliti dalla Legge Federale. Ciò sarà importante soprattutto in vista del nuovo piano pluriennale.
Non meno importante, ma oggi sostanzialmente ben gestita dopo gli investimenti massicci degli ultimi decenni negli impianti di depurazione, anche la problematica della qualità delle acque. Dagli anni ’70 a oggi, oltre a quanto speso dalla Confederazione, i Comuni, i Consorzi e il Cantone hanno investito centinaia di milioni di franchi per raggiungere l’obiettivo di tornare ad avere acque pulite e si stima che oggi le reti di canalizzazione abbiano un valore di ca. 3 miliardi di franchi, senza contare gli investimenti nei depuratori. Chi non è più giovanissimo ricorda lo stato allarmante delle acque ticinesi di 30-40 anni fa e non può che apprezzare questo intervento determinante dell’ente pubblico in favore dell’ambiente. Le canalizzazioni e la depurazione hanno permesso di raggiungere un buon livello qualitativo delle acque e dei corsi d’acqua a vantaggio dei ticinesi e delle ricadute economiche legate al turismo. L’adozione di una politica integrata della risorsa acqua, che contempli tutte le sue utilizzazioni, va promossa e sostenuta. Il PS auspica anche un promovimento della ricerca tecnica e della sperimentazione di soluzioni di depurazione innovative, oltre che il mantenimento dell’impegno finanziario attuale e, laddove possibile, la ricerca di eventuali soluzioni transfrontaliere.
La preservazione di un ambiente sano passa pure dall’intervento diretto nelle situazioni di conflitto ambientale e dal recupero di quelle compromesse.
Obiettivo
Vogliamo aumentare il tasso di separazione dei rifiuti urbani mediante la sensibilizzazione della popolazione e l’introduzione di tasse causali; vogliamo uno smaltimento gestito dall’ente pubblico secondo criteri ecologici (obiettivo nr. 193 del programma).
Contesto politico e proposte
La questione dei rifiuti in Ticino è stata al centro di una querelle cantonale interminabile negli ultimi 25 anni, cavalcata nella prima parte di questo periodo soprattutto dalla Lega dei ticinesi, che pretendeva la privatizzazione del settore con la concessione alla ditta Thermoselect di un appalto milionario. Fortunatamente, dopo il fallimento del sistema Thermoselect e la conseguente rescissione del contratto con questa ditta, ci si è avviati verso una soluzione, anche se lungi dall’essere soddisfacente, con la costruzione del termovalorizzatore di Giubiasco gestito dall’Azienda cantonale rifiuti.
Il termovalorizzatore di Giubiasco, inaugurato nell’agosto 2009, consente al Ticino di smaltire i propri rifiuti in autonomia, ma è stato oggetto di parecchie critiche e di un’iniziativa popolare dichiarata incostituzionale dal Tribunale federale. La sua costruzione lascia aperta più di una domanda, in particolare sulla sua ubicazione non felice, purtroppo accolta in votazione popolare dalla cittadinanza di Giubiasco contro un referendum promosso dalla sinistra, sul suo dimensionamento, criticato con insuccesso in Parlamento dal PS, e sulla sua mancata dotazione di un binario ferroviario.
Il problema maggiore da risolvere in questo ambito rimane comunque quello della presa di coscienza da parte della popolazione della necessità di procedere a una separazione importante dei rifiuti e di assumere comportamenti atti ad indurre i fabbricanti a rinunciare alla vendita di beni confezionati in maniera tale da generarne inutili quantità. Per questo il PS ha sempre sostenuto il sistema delle tasse causali, anche di nuova generazione come la tassa sul sacco o sul peso, quali utili strumenti per riorientare il comportamento delle persone verso una maggior attenzione alla produzione e alla separazione dei rifiuti urbani. Una politica che in Ticino si è imposta con difficoltà in molti Comuni e che, a sorpresa, è stata finalmente ripresa anche dal Consiglio di Stato nel 2014 con una proposta di riforma ancora inevasa.
Obiettivi
Vogliamo la ratifica da parte della Svizzera di tutti i nove Protocolli d’attuazione della Convenzione delle Alpi e in particolare del Protocollo Trasporti (obiettivo nr. 203 del programma).
Vogliamo che sia mantenuto e sviluppato in senso più restrittivo il sistema di dosaggio dei mezzi pesanti per ragioni di sicurezza (sistema “contagocce”) (obiettivo nr. 205 del programma).
Vogliamo l’introduzione del sistema di prenotazione per i mezzi pesanti e, in particolare, la realizzazione di una borsa dei transiti alpini, corredata da una chiara limitazione quantitativa dei transiti in funzione della sicurezza del traffico e della sicurezza della popolazione(obiettivo nr. 206 del programma).
Vogliamo che siano aumentati i controlli sui mezzi pesanti (trasporto di materie pericolose, condizioni precarie dell’autocarro, ore di lavoro, abuso di alcool) al fine di evitare rischi e problemi di sicurezza (obiettivo nr. 207 del programma).
Vogliamo che sia mantenuto il divieto notturno di circolazione per i mezzi pesanti (obiettivo nr. 208 del programma).
Vogliamo che i proventi dai dazi sui carburanti vengano utilizzati maggiormente a favore della mobilità sostenibile e a copertura dei costi esterni (obiettivo nr. 210 del programma).
Vogliamo che sia impedito il raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo (obiettivo nr. 216 del programma).
Vogliamo che il progetto AlpTransit venga completato, soprattutto per quanto riguarda il prolungamento a sud di Lugano (obiettivo nr.214 del programma).
Contesto politico e proposte
In Svizzera nel settore delle merci la domanda di trasporto è aumentata di oltre l’80% dal 1970 al 2000 e oggi la ferrovia copre il 63.4 % della domanda (fonte: Rapporto sul trasferimento del traffico, DATEC novembre 2013). Le prospettive di sviluppo fino al 2030 indicano un ulteriore incremento generale dell’ordine del 30-80%.
Dagli anni ’70 in poi la coscienza ecologica della popolazione è sempre cresciuta. Con essa sono cresciute la consapevolezza della necessità di una moderazione della mobilità e quella della priorità per il nostro Paese di riorientare il traffico delle merci dalla strada alla ferrovia. Perseguendo questo secondo obiettivo nel settembre 1992 il PS ha sostenuto con forza il voto a favore del progetto AlpTransit come unica e concreta alternativa all’invasione dei TIR europei delle principali arterie del Cantone. Nel novembre 1998 il 63% degli elettori ha poi accolto in votazione popolare la soluzione cosiddetta “a rete”, comprendente i tunnel del S. Gottardo e del Lötschberg, quest’ultimo aperto al traffico dal dicembre 2007.
Nel febbraio 1994 il PS ha sostenuto con successo in votazione popolare l’iniziativa “Per la protezione dello spazio alpino dal traffico di transito” detta “Iniziativa delle Alpi”. Il nuovo articolo costituzionale a salvaguardia del territorio alpino prescrive che il traffico merci attraverso le Alpi deve essere trasferito su ferrovia entro il 2004 e che la capacità delle strade di transito nell’arco alpino non può essere aumentata. Come conseguenza dell’accoglimento di questa iniziativa, nel settembre 1998 il popolo svizzero ha accettato la nuova tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP), uno dei pilastri della politica dei trasporti della Confederazione a favore dello spostamento delle merci dalla strada alla ferrovia e una delle fonti di finanziamento di Alptransit.
In tema di traffico pesante di transito la Svizzera ha concluso anche un importante accordo bilaterale con l’Unione europea, che fissa le tariffe accettate anche dall’UE della TTPCP, che fissa il tonnellaggio dei veicoli e che contiene il divieto di transito notturno in Svizzera. L’accordo è stato sostenuto per ben tre volte dal popolo in votazione popolare, l’ultima in ordine di tempo l’8 febbraio 2009, ma è oggi messo in pericolo dal voto del 9 febbraio 2014 sull’iniziativa sull’immigrazione di massa, scelta che mette a repentaglio la sussistenza di tutti gli accordi bilaterali.
Scongiurato nel 2004 il pericolo del raddoppio autostradale del tunnel del Gottardo, bocciato in votazione popolare, il tema viene oggi riproposto dalle scelte sbagliate delle Camere federali, che porteranno ancora il corpo elettorale ad esprimersi su di un referendum sostenuto da oltre 100’000 persone.
Nel periodo fino all’apertura del nuovo tunnel ferroviario, prevista per il 2016, la situazione del traffico di transito è stata critica. Nel 1999 le Camere decisero misure per portare il numero dei transiti alpini a 650’000 annui entro il 2009, finanziandole con quasi 3 miliardi di franchi, ma nel 2008 questo obiettivo è stato annacquato dalle stesse Camere, in palese contraddizione con quanto prescritto dalla Costituzione. La borsa dei transiti alpini, sostenuta anche dal Cantone Ticino, potrebbe dare un impulso significativo nella buona direzione, ma incontra difficoltà insensate a Berna, che nei fatti non la vuole.
Obiettivi
Vogliamo che il traffico stradale paghi i costi esterni che causa (obiettivo nr.209 del programma).
Vogliamo la promozione della mobilità dolce: realizzazione di piste ciclabili e pedonali sicure dentro le città, sui percorsi di maggior transito e nelle zone turistiche (obiettivo nr.223 del programma).
Vogliamo il miglioramento della sicurezza stradale nei quartieri e nelle adiacenze di edifici scolastici attraverso misure di moderazione del traffico (obiettivo nr.224 del programma).
Vogliamo una politica dei posteggi pubblici e privati coerente e coordinata a livello cantonale, soprattutto per quanto riguarda il contenimento del loro numero negli agglomerati (obiettivo nr. 225 del programma).
Vogliamo l’introduzione di una gestione del traffico che permetta di rispettare i valori-limite dell’inquinamento atmosferico e fonico e di salvaguardare la salute dei cittadini: abbassare i limiti di velocità sulle autostrade, giornate senza automobile, introduzione di filtri obbligatori per i motori diesel e per le macchine utilizzate nell’agricoltura e nell’edilizia, divieto di circolazione per i camion più inquinanti (obiettivo nr. 226 del programma).
Vogliamo che il Cantone prenda in esame la possibilità di applicare il sistema di pedaggi stradali (prezzo d’accesso;“road-pricing”) nei punti nevralgici della rete stradale e in particolare nei grandi agglomerati (obiettivo nr. 227 del programma).
Vogliamo un collegamento verso il Locarnese che non sia un’autostrada e che non tagli il Piano di Magadino (obiettivo nr. 217 del programma).
Ci opponiamo al completamento della superstrada Stabio-Gaggiolo (obiettivo nr. 218 del programma).
Contesto politico e proposte
L’aumento esponenziale della mobilità delle persone e delle merci è una delle conseguenze maggiormente visibili dell’intenso sviluppo economico della nostra società. Le persone si spostano sempre più frequentemente e su distanze sempre crescenti per necessità o per svago, mentre il trasporto di merci, di materie prime e di prodotti semi- lavorati continua ad aumentare vertiginosamente. Nel settore viaggiatori la ripartizione è oggi dell’80% a favore della vettura privata e del 20% a favore dei trasporti pubblici, mentre nel settore merci la ferrovia copre il 40% della domanda. Le prospettive di sviluppo fino al 2030 indicano un ulteriore incremento generale dell’ordine del 15-30% nel settore viaggiatori e del 30-80% nel settore merci.
Il Ticino si trova su una delle vie di transito europee Nord-Sud più importanti e subisce fortemente le conseguenze e gli sviluppi dei traffici attraverso le Alpi. La costruzione della linea ferroviaria del S. Gottardo alla fine del XIX secolo e dell’autostrada A2 nella seconda metà del secolo scorso hanno accentuato la sua vocazione di corridoio di transito, che verrà consolidata dopo l’apertura del tunnel di base ferroviario nel 2016.
L’aumento della mobilità e dei trasporti, soprattutto in una regione così toccata dai traffici Nord-Sud, ha delle forti ripercussioni sull’ambiente e sulla salute della popolazione. Il territorio è sempre più solcato da strade ferrate, autostrade, ponti e viadotti, tutte fonti di inquinamento fonico, dell’aria e talvolta dell’acqua. A sua volta l’inquinamento produce effetti negativi sul benessere delle persone, specialmente di quelle che vivono a contatto delle importanti vie di comunicazione.
Il PS concorda con il Consiglio di Stato sull’obiettivo della realizzazione integrale di AlpTransit, del suo prolungamento verso Milano e dell’integrazione dei raccordi Lugano-Locarno e Lugano-Mendrisio-Stabio – Varese-Malpensa. Proprio perché crediamo in questa politica non possiamo invece concordare con l’orientamento del Governo ancora favorevole allo sviluppo di alcune nuove importanti infrastrutture stradali. Il nostro NO al raddoppio autostradale del Gottardo, all’autostrada sul Piano di Magadino e alla superstrada Stabio-Gaggiolo rimangono imperativi, poiché l’eventuale realizzazione di queste opere stradali è contradditoria rispetto all’obiettivo del trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia.
Accanto alle problematiche appena sollevate rimangono alcuni classici obiettivi di politica dei traffici che meritano di essere sottolineati e per il cui perseguimento vanno trovate le risorse necessarie. Si tratta in particolare del miglioramento degli spazi per il traffico lento e del miglioramento della sicurezza sulle strade.
Obiettivi
Vogliamo lo sviluppo dell’offerta di trasporti pubblici – sia negli agglomerati, sia nelle regioni periferiche – mantenendo il sostegno della Confederazione ai trasporti regionali (obiettivo nr. 204 del programma).
Vogliamo che i proventi dai dazi sui carburanti vengano utilizzati maggiormente a favore della mobilità sostenibile e a copertura dei costi esterni (obiettivo nr. 210 del programma).
Vogliamo il rapido completamento della ferrovia Stabio-Arcisate-Malpensa (obiettivo nr. 213 del programma).
Vogliamo la rapida realizzazione dei diversi Piani dei trasporti regionali, dando la priorità al potenziamento o alla creazione di trasporti pubblici efficienti e all’attuazione delle misure fiancheggiatrici a favore dell’ambiente e della salute delle persone (obiettivo nr. 220 del programma).
Vogliamo rafforzare la presenza del Cantone all’interno delle Commissioni Regionali dei Trasporti (obiettivo nr. 221 del programma).
Vogliamo la promozione dei trasporti pubblici (potenziamento dell’offerta, migliori coincidenze, più corse, tariffe differenziate, tariffe concorrenziali rispetto agli spostamenti con mezzi privati, abbonamenti gratuiti o a prezzi decisamente promozionali per i giovani) e dei mezzi semicollettivi (taxi, bus e autonoleggi a prezzi accessibili, ‘car-sharing’, trasporti aziendali) (obiettivo nr. 222 del programma).
Contesto politico e proposte
L’opportunità di sviluppare una rete efficiente di trasporti pubblici in un contesto sempre più urbanizzato come quello ticinese è tanto evidente da non meritare una particolare argomentazione. Il trasporto pubblico è uno dei tasselli essenziali della mobilità sostenibile.
Negli ultimi anni sono stati fatti dei passi avanti interessanti in Ticino nel settore dei trasporti pubblici, come la creazione della Comunità tariffale integrata e lo sviluppo dei collegamenti ferroviari regionali (TILO). Alcuni progetti renderanno poi la rete migliore nel medio termine (galleria del Monte Ceneri di base, collegamento Mendrisio-Varese-Malpensa, raddoppio dei binari da Cadenazzo a Tenero).
Determinante per il completamento della rete dei trasporti pubblici è sapere quale sarà il volume di risorse finanziarie dedicate a questo settore strategico. Inutile dire che il PS sostiene con forza il finanziamento dei trasporti pubblici e il loro sviluppo.
Obiettivo
Non vogliamo che il Cantone intervenga con sostegni al traffico aereo commerciale (obiettivo nr. 228 del programma).
Contesto politico e proposte
In Ticino esistono due aeroporti, uno a Magadino di proprietà del Cantone e uno ad Agno di proprietà della città di Lugano. Solo il secondo prevede dei voli di linea da e per il Ticino, drasticamente ridottisi negli ultimi anni, dopo il fallimento di Swissair e la scomparsa di Crossair.
Il futuro dello scalo luganese rimane molto incerto, considerato come appena fuori confine i ticinesi abbiano a disposizione un grande aeroporto come Malpensa, che senz’altro rimane il punto di riferimento per il traffico aereo anche dopo i cambiamenti in Italia in questo mercato e visto che tra qualche anno Alptransit renderà una serie di collegamenti ferroviari europei più interessanti degli spostamenti aerei. Per questo il PS è contrario ad investire negli aeroporti locali, che rimarranno a disposizione di utenti facoltosi per voli privati. Proprio in questa direzione il PS aveva combattuto una mozione PPD a favore del sostegno pubblico dei voli Lugano-Berna, mozione accolta dalla maggioranza del Gran Consiglio ma poi finita in niente perché la Confederazione ha ritenuto il progetto irrealistico.